Juventus e Milan pareggiano 0-0, tiene il secondo posto di Pioli. Sportiello in aula – - – .

Juventus e Milan pareggiano 0-0, tiene il secondo posto di Pioli. Sportiello in aula – - – .
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TORINOLa Juve batte il Milanche ritrova la sua solidità difensiva: Sportiellocatapultato in campo all’improvviso dopo l’infortunio all’adduttore di Maignan nel riscaldamento, è il migliore in campo con quattro parate decisive e un’uscita impavida, ma nella squadra di Pioli brilla anche lui Thiawche annulla Vlahovic anticipandolo continuamente e a quattro minuti dalla fine, sotto la pressione disperata dei bianconeri, respinge sulla linea il tiro di Rabiot.

La Signora si deve accontentare dello 0-0, che lascia invariato il gap con i rossoneri, 5 punti di vantaggio. Gli allegriani meriterebbero di più, ma sono colpevoli di aver regalato un tempo, il primo, giocato come i rivali senza convinzione. Fino all’intervallo la partita è stata una miseria. Juve e Milan, largamente inespresse, lo trascinano avanti con sofferenza. Poi nella ripresa i bianconeri si sono scossi, ribellandosi al torpore iniziale e sfiorando più volte il vantaggio. Allegri, alla sua trecentesima panchina con la Juve in Serie A, aiuta i suoi, rivoluzionando l’attacco: Quando entra Chiesa è imprendibile sulle fasce e Milik funge da punto di riferimento offensivo molto più di Vlahovic che, sostituito dopo un’ora, si arrabbia moltissimo per la sostituzione, lanciando un’occhiata severa al suo allenatore e buttando via una bottiglia mentre esce dal campo.

La volontà, però, non basta. Servirebbe più intensità e freddezza. Porta per tutto: Punizione di Vlahovic prima dell’intervallo, poi blocca la sua porta su Kostic, Danilo, Milik. Sembra il miglior portiere del mondo. La Juve perde l’occasione per avvicinarsi al secondo posto e rischia di farsi raggiungere oggi dal Bologna, che in casa affronta l’Udinese. L’obiettivo Champions è a portata di mano, ma la lentezza di Madama rende disarmante il girone di ritorno dell’unica anti-Inter stagionale e trasforma la rincorsa al gol europeo in una sorta di calvario. 13 punti in 13 partite e terzo pareggio di fila, il magro bottino della fascia bianconera.

Il Milan, dopo la batosta nel derby, ha preso un brodo caldo che, visto il freddo dello Stadium, gli ha fatto bene. Se oggi l’Atalanta dovesse perdere in casa contro l’Empoli, Pioli sarebbe certo di consegnare al suo club la Champions League per la prossima stagione, l’obiettivo minimo.

Il gioco del Diavolo non è dei migliori. Ma ritrova il suo equilibrio, proprio nel giorno di maggiore emergenza, con Calabria e Theo Hernandez, Tomori e il lungodegente Kalulu fuori. La fragilità ha rallentato la crescita del Milan che, nelle ultime quattro partite a porta aperta, ha subito otto reti. Questa volta gioca con uno spirito diverso, con umiltà, con un’attenzione feroce dentro l’areale marcature impietose di Thiaw e Gabbia, l’attenzione sulle corsie esterne grazie all’adattato Musah e all’esperto Florenzi. A Pioli però manca la pericolosità offensiva, l’altra faccia della medaglia. La sua squadra non graffia, non morde, non ci prova nemmeno. Leao, con la fascia da capitano al braccio, è stato indolente fino all’intervallo e nella ripresa, leggermente più combattivo, ha fatto le cose migliori aiutando i compagni nella propria metà campo, senza sfruttare gli spazi che la Juve , proiettato in avanti, sinistro nei trenta metri davanti a Szczesny. Rafa pessimo, Pulisic pessimo, Giroud inesistente. Il risultato è mortificante: nemmeno un tiro in porta e solo una mezza occasione, un destro di Loftus-Cheek vicino al palo. Ma il pareggio vale più per il Milan che per la Juve. Fallito l’assalto di Allegri al secondo posto.

 
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