Lo dico al Corriere – Un (ex) tedesco a Firenze è finalmente una bella sfida – .

Lo dico al Corriere – Un (ex) tedesco a Firenze è finalmente una bella sfida – .
Lo dico al Corriere – Un (ex) tedesco a Firenze è finalmente una bella sfida – .

Caro Aldo,
se per rimettere ordine a Firenze dal decadimento dilagante occorre un tedesco, è segno che siamo davvero in perdita. La destra propone Schmidt, la sinistra frammenta, è questa la strategia vincente?
Marco Ferri

I patrioti che nominano un tedesco, diventato strumentalmente cittadino italiano nel novembre 2023. Verrebbe da dire: non avevano davvero nessuno italiano da candidare?
Martina Rizzi

Cari lettori,
La sfida di Firenze sarà la più interessante delle prossime elezioni amministrative. Nel generale declino della politica italiana, Firenze rappresenta un segnale di controtendenza. Per la prima volta il diritto agonistico, perché invece di nominare portieri della Fiorentina o amici di Verdini, punta sulla cultura, su un personaggio come Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi (oggi a Capodimonte) che scelse di diventare italiano. Ho conosciuto la sua principale avversaria, Sara Funaro, consigliere della Giunta Nardella, e mi ha fatto un’ottima impressione, fiorentina che conosce bene la periferia della sua città. Il centrosinistra è avvantaggiato ma è diviso: Renzi ha voluto marcare il suo territorio con una candidata molto conosciuta anche a Firenze, Stefania Saccardi, ex vicesindaco e vicepresidente della Regione Toscana. C’è poi un ramo di sinistra del Pd, guidato dall’ex assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re, e sullo sfondo il pensiero critico che a Firenze è una tendenza fruttuosa (anche nel mondo cattolico) ed è ormai rappresentata di Tomaso Montanari, che da polemista è un campione, e anche se non sarà in campo personalmente, si farà sentire. Insomma, sarà divertente. Una sconfitta per Funaro sarebbe una grande sorpresa, ma non è da escludere. La vera sfida, per la città dove è nata l’idea stessa di Italia, è evitare la fine di Venezia e dei centri storici italiani in generale, che si svuotano di gente per riempirsi di turisti di passaggio o di miliardari esentasse che usali per i loro piaceri.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

Il loden di Mario Monti? Lo ammetto, colpa mia

Caro Cazzullo, mi ha sorpreso leggere che Mario Monti, tra i ricordi cruciali e importanti dei suoi giorni da presidente del Consiglio, sembra ancora dispiaciuto perché tra i tanti loden nei guardaroba dei ristoranti si è parlato tanto del suo. Confesso al professore: il primo colpevole sono io! Novembre 2011. Mario Calabresi, direttore de La Stampa, in quelle ore drammatiche mi chiese di scrivere un ritratto del premier incaricato. Da Berlusconi a Monti, passaggi di testimone di una milanese ben diversa. Come descrivere con un’immagine il perfetto esponente di una certa borghesia solida e calvinista, cresciuto tra le aule del Leone XIII e della Bocconi, le vacanze tra il lago di Varese e Santa Margherita, i master all’estero e le serate alla Scala con un giovane sposa molto brava? Mi è venuta in mente una storia che Guido Martinotti, il grande e compianto sociologo, mi aveva raccontato sulle serate di quella certa Milano – tutti in loden – sempre più assediata dai ricchi di cashmere e Suv. A Torino ci hanno dato il titolo; con mia grande sorpresa (senza copia, mannaggia!) nei mesi successivi mi resi conto che la storia del loden era diventata un ritornello dal palco di Sanremo in su. Non lo so. C’è stato perfino un collega che mi ha fatto la predica in prima pagina: non sapevo che fosse il vero loden verde. Pensare che avevo scritto che quello di Monti era blu proprio per sottolineare che quell’uomo non era attento alla moda! Adesso, a distanza di anni, scopro di aver creato scompiglio a Monti e me ne pento: mai più elogi al senatore a vita. Fuori e scusa.
Chiara Beria dell’Argentina

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Proponiamo di condividere esperienze e riflessioni. Condividi uno spazio per discutere senza dover alzare la voce per essere ascoltato. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e le notizie incidono sulla nostra vita quotidiana. Ditelo al Corriere.

MARTEDÌ – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: lingue straniere, innovazione tecnologica, gusto per il lavoro ben fatto, professioni artistiche; parlare cinese, inventare un’app, avere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio ad un’azienda, di qualsiasi ambito, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.

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GIOVEDI – INGIUSTIZIA

Ti chiediamo di parlare di un’ingiustizia che hai subito: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante dove hai mangiato male, o un ufficio pubblico dove sei stato trattato peggio. Sarà ovviamente garantito il diritto di replica

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VENERDI -AMORE

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SABATO – L’ARRIVEDERCI

Vi proponiamo di fissare il ricordo di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare di un padre, un marito di sua moglie, uno studente della maestra. Ogni sabato scegliamo il profilo di un italiano che ci ha lasciato. Ma li leggiamo tutti e tutti ci arricchiranno.

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DOMENICA – STORIA

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