Sì al bonus Befana da 4 italiani su 10. Forza Italia-Lega sta sorpassando – .

Sì al bonus Befana da 4 italiani su 10. Forza Italia-Lega sta sorpassando – .
Sì al bonus Befana da 4 italiani su 10. Forza Italia-Lega sta sorpassando – .

Nelle famiglie italiane, a seconda delle preferenze e delle esigenze, i conti si fanno alla data di scadenza delle rate importanti e ogni volta che si riceve una busta paga o un’altra entrata finanziaria. Detto questo, i mesi di maggio e giugno rappresentano la fine della prima metà dell’anno e possono essere interpretati come un buon momento per valutare come avete gestito il denaro fino a quel momento e pianificare eventuali aggiustamenti per il resto dell’anno. Coincide anche con l’avvicinarsi della pausa estiva, che potrebbe comportare spese aggiuntive e richiedere una pianificazione finanziaria più attenta. Proprio come in una famiglia, il Decreto 1° maggio, votato e approvato dal Consiglio dei ministri, sembra richiamare l’idea di gestire le finanze pubbliche in modo prudente, responsabile e sostenibile, analogamente a come viene gestito il bilancio domestico. Il provvedimento del governo presenta “importanti interventi a sostegno delle famiglie” tra cui un’indennità forfettario fino a 100 euro lordi per le famiglie con redditi complessivi fino a 28mila euro – considerato reddito medio-basso -. Quasi un italiano su due (47,7%) si dice favorevole al provvedimento, mentre il 37,9% si dichiara contrario. Analizzando i dati dell’elettorato scopriamo che a sostenere questa iniziativa sono soprattutto i partiti di centrodestra, che esprimono consensi pari o superiori al 70% e il partito d’Azione di Carlo Calenda con poco più di un elettore su due (55,2%). Tra i principali detrattori emergono il Partito Democratico con quasi il 60% (57,3%) e la nuova formazione di Emma Bonino e Matteo Renzi Stati Uniti d’Europa (83,8%). Poiché quest’ultimo era titolare dei più famosi 80 euro della busta paga inserita durante le elezioni europee del 2014, non ha certo gradito il paragone, lasciando sui suoi social la descrizione delle differenze tra i due bonus. In tutto questo, gli elettori del Movimento 5 Stelle si dividono a metà tra chi persegue il desiderio di avere un incentivo in più in busta paga (40,1%) e chi si sente più vicino alle indicazioni del leader del partito (41,4%). Nel 13° decreto legislativo del governo Meloni erano previste una serie di politiche che caratterizzano l’approccio dell’esecutivo al lavoro e ai diritti dei lavoratori e che Euromedia Research ha sperimentato per la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa. Seguendo le descrizioni fornite, sono state evidenziate tre misure focalizzate sull’incremento dell’occupazione, sulla promozione delle politiche familiari e sul sostegno alle imprese. L’esenzione fino a 500 euro al mese per le aziende che assumono a tempo indeterminato giovani e donne under 35 nella zona economica speciale del Sud Italia o per over 35 disoccupati da almeno 24 mesi è l’iniziativa che ha ricevuto maggiori consensi non solo tra le fila della maggioranza, ma anche tra gli elettori del Pd (37,5%), quelli del Movimento 5 Stelle (39,7%) e degli Stati Uniti d’Europa (56,9%). Gli elettori di Alleanza Verde e Sinistra-Verde Europa-Sinistra Italiana si sono invece polarizzati sul bonus a favore delle lavoratrici svantaggiate con l’esonero dai contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per 2 anni nel limite di 650 euro/mese con 43 . 1%, mentre gli elettori di Azione con Calenda-Siamo Europei-Rinnovare Europa con il 46,5% dei voti favorevoli all’incentivo per i nuovi imprenditori che prevede un’esenzione fiscale totale per un triennio per un massimo di 800 euro al mese per le imprese costituite da under 35 nel settore delle transazioni digitali e green. È chiaro che la valutazione dell’intero decreto dipenderà dalla sua attuazione e dall’impatto che potrà avere sul mercato del lavoro e sulla società nel suo complesso, soprattutto dopo la riduzione del Reddito di Cittadinanza. In vista delle elezioni europee del 9 giugno, queste misure potrebbero generare un confronto politico tra i diversi partiti su temi quali la sostenibilità economica, l’equità sociale, il rispetto dei diritti dei lavoratori, ecc…. Tuttavia, oltre al dibattito sulla guerra in Ucraina e in terra di Palestina, ovviamente molto importante per l’opinione pubblica che si sente smarrita e impotente di fronte a ogni evoluzione bellica, il dibattito mediatico nazionale è ancora molto incentrato sulla candidatura del generale Vannacci e sul confronto tra fascismo e antifascismo.

Il divario tra i temi dibattuti e quelli che influenzano direttamente la vita quotidiana delle persone potrebbe rivelarsi più complesso e richiedere soluzioni a lungo termine che non faciliterebbero i tempi brevi della campagna elettorale. Inoltre, le priorità dei cittadini cambiano rapidamente nel tempo a causa di eventi o cambiamenti nella società, mentre la politica ha bisogno di più tempo per rispondere a tali trasformazioni. Affrontare questo divario richiede un migliore approccio tra politici ed elettori, una maggiore responsabilità da parte dei politici nei confronti dei bisogni della popolazione e sicuramente una maggiore partecipazione e coinvolgimento civico degli stessi elettori nell’agenda politica.

 
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