Morti sul lavoro, la Calabria resta in “zona rossa” anche nel primo trimestre 2024 – DETTAGLI – .

Siamo giunti al primo trimestre del 2024 e, purtroppo, le proiezioni delle tragedie lavorative continuano a rimanere drammaticamente stabili se non peggiori. A fine marzo 2024 le vittime sono state 191, tra infortuni sul lavoro e in itinere, 5 in meno rispetto a fine marzo 2023. Mentre diminuiscono gli infortuni in itinere, aumentano i decessi avvenuti sul lavoro: +2%. Ma questo non è l’unico dato allarmante del nostro ultimo studio. In effetti, è l’incidenza della mortalità a preoccupare. Soprattutto quelli che riguardano gli over 65 e, come accaduto negli ultimi anni, quelli che descrivono l’emergenza tra i lavoratori stranieri. Per questi ultimi ancora quasi il triplo rispetto agli italiani”. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Mestre, commenta così l’ultima indagine sull’emergenza elaborata dal suo team di esperti e che, come sempre, vede nell’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori delle nostre Paese, poiché valuta il numero delle vittime rispetto alla popolazione attiva. Una mappatura preziosa per tutti coloro che lavorano per la sicurezza sul lavoro.

IL RISCHIO MORTE, REGIONE PER REGIONE, NEL MARZO 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

A finire in zona rossa nel marzo 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=indice di incidenza media, pari a 6,4 morti sul lavoro per milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, pugliese, Calabria, Sardegna e Umbria. In zona arancione: Campania, Emilia-Romagna e Toscana. In zona gialla: Sicilia, Liguria, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. In zona bianca: Lazio, Abruzzo, Marche, Veneto, Basilicata e Molise.

IL FENOMENO INFORTUNI PER FASCE DI ETÀ: ANCHE GLI ANZIANI A MAGGIORE RISCHIO

Sempre nel primo trimestre dell’anno l’Osservatorio di Mestre stila un identikit dei lavoratori più a rischio per fasce di età. E lo fa sempre attraverso i tassi di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest’ultimo, che continua a preoccupare tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (21,5), seguita dalla fascia dei lavoratori tra i 55 ei 64 anni (10,6).

I LAVORATORI STRANIERI SONO SOGGETTI A UN RISCHIO DI INFORTUNI MORTALI QUASI TRIPLICE RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri morti sul lavoro nel mese di marzo sono stati 37 su un totale di 151. Con un rischio di morte sul lavoro che è quasi triplo rispetto a quello degli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 15,6 morti ogni milione di occupati, contro i 5,4 degli italiani che perdono la vita lavorando.

I NUMERI ASSOLUTI DI MORTI SUL LAVORO E INFORTUNI IN ITALIA NEL MARZO 2024

Sono 191 le vittime sul lavoro in Italia, di cui 151 sul lavoro (3 in più rispetto a marzo 2023: +2%) e 40 in pendolarismo (8 in meno rispetto a marzo 2023). La Lombardia mantiene ancora la maglia nera per il maggior numero di vittime sul lavoro (28). Seguono: Puglia (15), Emilia-Romagna (14), Campania (12), Lazio e Toscana (11), Piemonte (10), Trentino-Alto Adige e Sicilia (9), Calabria (6), Veneto e Sardegna (5), Liguria (4), Umbria e Friuli-Venezia Giulia (3), Valle d’Aosta, Abruzzo e Marche (2). Basilicata e Molise non registrano vittime nel primo trimestre 2024.

IL SETTORE EDILIZIA PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine del primo trimestre del 2024, il settore delle Costruzioni registrava ancora il maggior numero di morti sul lavoro: 25. Seguito da Attività Manifatturiere (19), Trasporti e Magazzini (13) e Commercio (10). La fascia di età numericamente più colpita da infortuni mortali sul lavoro è quella compresa tra i 55 ed i 64 anni (54 su un totale di 151). Sono state 10 le donne che hanno perso la vita lavorando nel marzo 2024, mentre 6 hanno perso la vita in viaggio, cioè nel tragitto casa-lavoro. Sono stati 37 gli stranieri deceduti sul lavoro, mentre 13 sono morti a causa di un incidente durante il pendolarismo. Il mercoledì risulta essere il giorno più triste della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più incidenti mortali nel primo trimestre dell’anno (21,2%).

 
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