“Stiamo decidendo se mantenerlo in piedi oppure no.” Fabiano Penna, presidente della Pro loco di Grazzano, è dubbioso sul futuro dell’associazione. Sono rimasti pochi ed è difficile portare avanti iniziative. Nel paese, di circa 600 abitanti, ci sono i giovani ma fanno altro.
«Parteciperai al Festival delle Sagre quest’anno?
«Sarà molto difficile. Già l’anno scorso avevamo deciso di ritirarci e purtroppo quest’anno la situazione non è cambiata”.
E com’è la situazione?
«Siamo una quarantina di soci ma siamo rimasti operativi solo in sei, dieci se tutto va bene. Sono presidente e segretario della Pro loco e ho 52 anni, la persona che mi dà una mano è Manuel Monti che è nato nel 1979, quindi 45 anni: gli altri orbitano in un progetto che va dal 1946 al 1949 e meno male che sono ancora lì”.
Giovani?
«Il mondo è cambiato. Ai miei tempi non c’erano tutte queste possibilità. Noi ragazzi passavamo le serate nella piazza del paese. Era difficile muoversi. I nostri ragazzi oggi vanno altrove. In cinque minuti, con una delle tante app a disposizione, possono prendere un mezzo e andare a trascorrere la serata a Torino o a Milano”.
Allora i ragazzi di Grazzano sono svegli?
«Sì, più di noi. Sfruttano diverse possibilità e modi di vivere. C’è chi trascorre la serata a casa della fidanzata in un altro Paese, cosa impensabile ai nostri tempi. C’è chi va a fare una passeggiata nella vicina Moncalvo o a Casale.”
Ma durante il giorno?
«Studiano, quasi tutti praticano uno sport e hanno mille impegni. Un tempo il calcio si giocava nel cortile con gli amici dopo aver fatto i compiti di scuola, adesso si gioca nelle società sportive, spesso fuori dal Paese. I tempi, ripeto, sono cambiati ed è cambiato il modo di pensare e di vivere”.
Non puoi intercettarli?
«Pro loco significa tanto lavoro e per di più non retribuito: ci vuole tantissima passione. Stiamo cercando di trasmetterlo, ma purtroppo è difficile. Se non ci sarà il ricambio generazionale chiuderemo”. pv.