Lamezia, Daniele Russo con ‘Il caso Jekyll’ da Grandinetti: “Stevenson legge alla luce della psicoanalisi”

Lamezia Terme – “Il caso Jekyll” con Sergio Rubini e Daniele Russo, rivisitazione del celebre capolavoro di Stevenson “Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde”, sarà in scena al Grandinetti il ​​9 maggio alle 21, per AMA Calabria . La storia si trasformerà in un’affascinante indagine dai toni misteriosi ma allo stesso tempo realistici, che trascinerà il pubblico nelle pieghe dell’animo umano, alla scoperta di nuove verità. Realizzato sotto la regia dello stesso Rubini e di Carla Cavalluzzi, lo spettacolo vedrà Daniele Russo, nel doppio ruolo di Jekyll e Hyde, al fianco di Rubini, narratore e collega degli esperimenti del protagonista, che porterà in scena la sua voce e le sue parole originali Stevenson, in un crescendo di suspense emozionante. Daniele Russo ne offre un’anteprima nell’intervista, raccontando retroscena e significati profondi dello spettacolo.

Come è nata l’idea di reinterpretare Stevenson, trasformando questo noir storico in una True Crime Story?

“È nato dal desiderio, mio ​​e di Sergio Rubini, di fare qualcosa insieme in teatro, e poiché lui è molto legato al mondo della ricerca, della sperimentazione, nonché delle ambientazioni gotiche e noir, ha scelto questa storia perché offriva quel tipo di possibilità, e quella ulteriore di poter esplorare un tema molto caro alla psicoanalisi: quello del doppio, delle personalità multiple, che Stevenson affronta in un periodo storico antecedente alla pubblicazione delle opere di Freud, decisamente in anticipo rispetto alla sua tempo. Per farlo ha attribuito lo sdoppiamento all’effetto di un filtro magico, espediente che Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi hanno superato, inserendo nuovi elementi al netto di studi successivi, e indagando un tema affascinante che da sempre fa parte dei misteri della anima umana”.

In questa versione rivisitata, che non si basa semplicemente sulla bipolarità Bene-Cattivo, c’è una netta distinzione di personaggi tra Jekyll e Hyde o si tratta piuttosto di facce della stessa medaglia che tendono quasi a confondersi?

“A livello estetico, con una serie di stratagemmi e tecniche teatrali, Sergio è riuscito a creare per me – che interpreto sia Jekyll che Hyde – due volti completamente diversi, tanto che all’inizio era davvero come se stessi interpretando un doppio ruolo. Ma una volta inquadrati a livello interpretativo i due personaggi, per me la cosa interessante è stata proprio riuscire a farli incrociare l’uno nell’altro, perché è vero che sono due anime completamente diverse, ma è come se quella si inquinasse in qualche modo l’altro. Quindi il mio scopo era proprio quello di farli fluire e traboccare dai loro confini personali, ed è un lavoro che stiamo ancora facendo, perché il nostro è uno spettacolo “giovane” – siamo solo all’ottava rappresentazione – e molte idee sono ancora sotto discussione “.

Com’è stato lavorare con il tuo co-protagonista Sergio Rubini in questo show nel doppio ruolo di attore e regista? Sei entrato in sintonia?

“Assolutamente si. Lavorare con lui è stato molto bello. Sergio è un bravissimo regista, ma nasce attore ed ha una tale passione per questo mestiere da potersi dedicare completamente al suo lavoro. È un perfezionista, un maniaco del lavoro, e trovarsi di fronte a una persona così è un dono prezioso per un attore, perché ti permette di non fermarti mai. Sergio è sempre puntuale, non si arrende e per chi come me non ama sedersi sul risultato questo è davvero un regalo. In più ci divertiamo molto sul palco, anche se le parti che ci vedono insieme sul palco sono le più complesse. Ad esempio, c’è una scena in cui mi ipnotizza, che a livello teatrale è rischiosa a livello di credibilità, eppure – oggi possiamo dirlo – funziona, e questo vuol dire che la superiamo insieme. Come attore non scopro certo Sergio. Come regista è stata una felice scoperta, che tutti potranno apprezzare”.

Sei già stato in Calabria e Lamezia? Cosa ti aspetti dal tuo soggiorno?

“Per lavoro ci sono stato qualche tempo fa – forse troppo – e sono molto curioso di tornarci. In realtà, quando manchi da molto tempo, non sai come è andata avanti la storia di un luogo, e ti manca sapere a cosa si è abituato il pubblico, come si è evoluto, quindi aspetto con ansia il tuo risposta. Al di là di questo, la bellezza e i paesaggi della Calabria non sono in discussione, e spero tanto che il tempo sia così clemente per poter andare al mare”.

Giulia De Sensi

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