Firenze è la capitale del buon caffè in Italia. A Roma e Milano si fa meglio nelle specialità – .

Roma Capoccia, ma solo successivamente Firenze. Eppure, fino a una decina di anni fa chiunque ci avrebbe scommesso Milano. La Milano vivace e dinamica è sempre attenta alle nuove esigenze dei clienti, capace di aprirsi alle tendenze del momento e accogliere ogni possibile stimolo dai colleghi all’estero. Invece il piccolo Firenze ha battuto tutti: è lì capitale del caffè di qualità in Italia. Dopotutto, lo è sempre stata.

Firenze, la capitale del buon caffè in Italia

Per fortuna si tratta di tre città al fronte specialità sono cresciuti molto. Ma, nonostante i miglioramenti di ciascuno, non c’è corrispondenza, soprattutto considerando la differenza dimensionale: il capoluogo toscano regna incontrastato, non solo per la quantità di insegne – proporzionate alla grandezza, ovviamente – ma anche per tipologia e varietà dell’offerta. È il paradiso di tutti coloro che hanno imparato a conoscere e ad amare il caffè speciality all’estero: quasi tutte le sofisticate caffetterie fiorentine hanno unanima internazionale ben delineato (a volte lo è anche la proprietà stessa, come nel caso del meraviglioso Melaleuca, tra gli stabilimenti più belli), un’atmosfera rilassata, un ambiente contemporaneo. Un menù snello e versatile, capace di soddisfare stomaco e palato in ogni momento, con uova strapazzate, babka, croque monsieur e colazione inglese, da consumare con flat white, cappuccini, doppio espresso, cortado, V60.

Il bar di via de Neri che ha aperto la strada

A Azienda Artigianale (dell’imprenditore e barista Francesco Sanapo) merita sicuramente un grande merito, quello di essere stato tra i pionieri di questo concetto di caffetteria in Italia: oggi l’azienda conta sei sedi, ma il suo riconoscimento più grande è quello di aver aperto la strada a tanti colleghi, lasciando spazio alla concorrenza: infatti , incoraggiandolo. Firenze no Solo Compagnia, non di più. E anche Le Vespe (dove consumare un delizioso brunch ai tavolini all’aperto, un angolo di Londra in via Ghibellina), Manly L’ufficio (la scommessa di un barista che si è fatto le ossa in Australia), Bene, caffè (prima bar di un piccolo albergo a conduzione familiare, oggi grande caffetteria moderna), Piange (torrefazione che ha dato l’esempio in Italia) e tanti altri.

L’Angolo del Caffè, Ostia

Le specialità a Milano e Roma

Milano e Roma seguono in corsa. Fin dal primo momento, diciamocelo, ci aspettavamo qualcosa di più: i marchi validi non mancano, ci sono tanti professionisti (c’è anche una grande società di consulenza per i bar che vogliono migliorare la propria offerta, Mezzazza) ma sicuramente una città così importante e vivace dal punto di vista della ristorazione può ancora fare molto. La Roma forse ha messo una marcia in più, modificandone anche tante bar di quartierein aree più popolari e popolose, periferiche e tradizionaliste (è il caso di L’angolo del caffè a Ostia, un vecchio bar del ’98 che ha cambiato completamente offerta), sia portando le specialità nelle piccole pasticcerie (pensiamo a Lievito Francesco Arnesano o al Forno Conti), nelle gelaterie (sta facendo un ottimo lavoro l’Otaleg di Monteverde), luoghi in cui le bevande solitamente svolgono il ruolo di elementi “supplementari”. Adesso però non fermiamoci: la strada da fare è ancora molto lunga.

 
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