Padova. Pratiche illecite e contraffazione costano alle aziende mezzo miliardo.

Padova. Pratiche illecite e contraffazione costano alle aziende mezzo miliardo.
Padova. Pratiche illecite e contraffazione costano alle aziende mezzo miliardo.

PADOVA – Che ne siano consapevoli o meno, la contraffazione illecita e la criminalità costano in un anno al mondo commerciale padovano mezzo miliardo di euro. Questo è ciò che dice l’analisi Ricerca sui formati che ha esplorato il mercato cercando di portare alla luce il fatto nascosto, non solo di acquisti consapevoli di marchi falsi, ma anche di prodotti ordinati sul web pensando che siano originali e che in realtà non sono ufficiali.

I DATI

Dall’indagine Confcommercio emerge che, nel 2023, l’illegalità è costata alle imprese commerciali e pubbliche italiane 38,6 miliardi di euro e ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. «Ciò significa che in Veneto la perdita secca è stata di circa 2,5 miliardi e che i posti di lavoro persi hanno raggiunto la cifra di circa 18mila – spiega Riccardo Capitaniopresidente di Federmoda Confcommercio Veneto e Ascom Padova – Per quanto riguarda la città del Santo questo significa che la perdita secca è di 500mila euro e i posti di lavoro persi, tra città e provincia, sono poco meno di 4mila”.

IL SISTEMA

Eccoli, quindi, i tentacoli che soffocano il mondo del commercio. Si va dall’attività commerciale illegale a quella della ristorazione, passando per la contraffazione, i taccheggi e la criminalità informatica, ancora latente ma in rapida espansione.

SILENZIO SULL’USURA

«A livello nazionale – dichiara Capitanio – gli imprenditori percepiscono l’usura come il fenomeno in più rapida crescita, seguito da furti, aggressioni, violenze e atti vandalici. Purtroppo nel padovano l’usura, vuoi per vergogna vuoi per paura di ritorsioni, stenta ad emergere anche se abbiamo la certezza che il fenomeno esista. È più concreta e verificabile la preoccupazione degli operatori dei servizi di mercato nei confronti dell’incolumità personale, che poi significa preoccupazione per l’incolumità dei familiari, dei collaboratori e, in ultima analisi, per la prosecuzione dell’attività”. Ma se si guarda la classifica dei “pericoli immediati e verificabili”, l’illegalità e la contraffazione non hanno rivali.

NELLA DIFFICOLTA’

Visto dal lato imprenditoriale, un’indagine di Federmoda Veneto e Padova rileva che 7 aziende su 10 si ritengono danneggiate da pratiche illecite e contraffazioni. Diretta conseguenza della presenza di prodotti contraffatti sul mercato ma anche sul web, dove le truffe sono sempre più sofisticate e la concorrenza sleale finisce per ridurre i ricavi.
«D’altronde – aggiunge Capitanio – finché le statistiche nazionali ci diranno che un consumatore su quattro acquista un prodotto contraffatto o un servizio illegale senza sentirsi particolarmente in colpa, magari anche solo per ragioni economiche, sarà anche difficile convincere i consumatori. Spesso dietro un prodotto contraffatto si nascondono gravi rischi per la salute, dato che i sequestri della Guardia di Finanza finiscono quasi sempre per identificare articoli con forte presenza di formaldeide”.

CLIENTI

Un rischio che corrono soprattutto i circa 7 consumatori su 10 che acquistano online abbigliamento (6 su 10 di quel 70%) e poi pelletteria e calzature (3 su 10).
Non va bene nemmeno per i prodotti elettronici (quasi 7 su 10 restano incantati dal prodotto low cost), così come 6 su 10 sono coloro che si fidano acquistando profumi e cosmetici o medicinali da banco per i quali non c’è garanzia. o produzione o provenienza.

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Il Gazzettino

 
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