“Li ha avvelenati.” Avvocato processuale – .

“Li ha avvelenati.” Avvocato processuale – .
“Li ha avvelenati.” Avvocato processuale – .

ANCONA «Il cerchio si restringe, hai lasciato tracce: mi fai schifo», scriveva su Facebook il 6 febbraio 2021, dopo aver ritrovato i suoi tre setter Irlandesi morti nel giardino di casa, a Sirolo. Uno sfogo apparentemente autentico, accompagnato dalla foto choc dei tre cani stesi a terra, ormai senza vita. Secondo la Procura quel post, così carico di dolore da scatenare una reazione di indignazione sul web, sarebbe stato realizzato ad arte. Gli inquirenti, infatti, sono convinti che sia stato lui, un avvocato di Macerata (le iniziali sono MB) ad aver ucciso i suoi cani, mescolando il veleno per topi, acquistato qualche giorno prima in un negozio di ferramenta a Numana.


La difesa

Insomma, la straziante denuncia social rischia di trasformarsi in un boomerang per l’avvocato 65enne, sotto processo con l’accusa di omicidio di animali. Attraverso il suo avvocato, Giovanni Bora, proclama la sua innocenza: «Stiamo parlando di tre setter irlandesi che hanno anche un valore economico – spiega -. Se avesse voluto disfarsene, li avrebbe venduti, anche perché gli acquirenti, che chiameremo a testimoniare, si erano fatti avanti per acquistarli. Il veleno? L’ha comprato, sì, ma per tenere lontani i topi. È probabile che i cani lo abbiano ingerito perché ne sono state trovate tracce nei loro corpi, ma non è certo che quella sia stata la causa della morte. Sospettiamo che ci siano stati atti sovversivi da parte di qualcuno: la verità emergerà al processo, andiamo avanti a testa alta».

Nell’udienza di ieri il giudice Lamberto Giusti ha accolto la richiesta di costituire parti civili due associazioni, Lav ed Enpa. «Sottolineiamo l’assoluta attenzione nel vigilare su fatti gravissimi come questi a danno degli animali – commenta l’avvocato. Tommaso Rossi, legale della Lav -, ringrazio i carabinieri forestali della Stazione Conero per il grande lavoro investigativo che ha portato alla rinvio a giudizio dell’imputato”. L’avvocato Claudia Ricci dell’Enpa parla di «una storia da film horror: l’imputato avrebbe avvelenato i suoi cani perché non riusciva più a controllarli, spesso scappavano e l’allevatore non riusciva a riprenderli. Da lì sarebbe partito il piano per avvelenarli lentamente. Se l’uomo verrà ritenuto colpevole, ci aspettiamo una punizione esemplare”.

Cani

I cani si chiamavano Max (6 anni), Hermes e Diva (che avevano 2 anni, erano i bambini): ai tre sarebbe stato dato cibo mescolato con esche rodenticide contenenti brodifacoum, un veleno altamente letale. Nel corso delle indagini sono stati effettuati due accertamenti, uno tossicologico sui cani deceduti ed uno informatico sulle telecamere della zona. L’avvocato imputato aveva rivolto a tutti un appello nel post del febbraio 2021: «Suggerisco la massima attenzione» e aveva fatto riferimento ai quartieri di Vallemiano e Brecce Bianche, disseminati in quel periodo da polpette chiodate, gettate in strada da un nemico di gli animali.

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Corriere Adriatico

 
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