“Vogliono negarci anche un misero aumento di 200 euro” – .

Il rischio concreto è che si tratti di lavoratori di classe A e di classe B, e che questi ultimi possano addirittura essere la maggioranza. Non è certo un buon momento per i mensi ei baristi della Sardegna, circa cinquecento protestano contro un accordo mal riuscito che lascerebbe molti di loro senza un aumento di 200 euro in busta paga. Finisco nel mirino: “Anir e Angem, a differenza delle altre sigle, non vogliono procedere con i rinnovi contrattuali”, denunciano i lavoratori, sostenuti da Cgil, Cisl e Uil. «Sono cinque anni che aspettiamo un cambiamento», denuncia Cristiano Ardau della UilTucs, «ci sono grandi aziende con grandi fatturati che si ostinano a non rinnovare il contratto, tra cambi contrattuali e un aumento medio previsto di 200 euro. Come se l’inflazione non avesse colpito tutti i lavoratori, molti dei quali part-time”. A Milazzo della Filcams Cgil la situazione si complica: “Protestiamo insieme ai lavoratori perché contestiamo l’atteggiamento di due associazioni datoriali che si sono allontanate dal tavolo di discussione e, se non rinnoveranno i contratti, presto avremo prima classe e lavoratori di seconda classe, cioè quelli che svolgono lo stesso lavoro ma con condizioni economiche nettamente diverse. Rinnoviamo l’appello per il rinnovo immediato di tutti i contratti”.

Riccardo Porcedda di Fisascat Cisl: “Qui ci sono anche quaranta e cinquantenni con lavori part-time verticali. Lavorano otto mesi all’anno, ogni estate restano a secco”, analizza. “Con contratti così bassi non si arriva più a fine mese. Vogliamo trovare un accordo con tutte le parti coinvolte che ci possa portare a far sentire la nostra voce anche a Roma. È molto sbagliato aver bloccato e interrotto i negoziati. D’estate i lavoratori sono in crisi anche se arriva una bolletta unica dell’Enel”.

 
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