La tragedia di Torre del Greco (Napoli). Per la donna è stata disposta la libertà vigilata, per un periodo non inferiore a 15 anni, in una struttura riabilitativa.
La Corte d’Assise di Napoli ha assolto dall’accusa di omicidio premeditato del figlio Adalgisa Gamba, la donna che uccise il bambino a Torre del Greco poco più di due anni fa: il giudice ha ritenuto che quella sera fosse incapace di intendere e di volere. Alla lettura della sentenza, emessa oggi nell’aula 115 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, alla presenza del Tribunale, il marito dell’imputata ha affermato: “Devi morire, sei un assassino“.
Uccise il figlio a Torre del Greco, Adalgisa Gamba fu assolta
La tragedia risale alla sera del 2 gennaio 2022, quando alcuni passanti notarono Gamba nello specchio d’acqua antistante una spiaggia di Torre del Greco con in braccio il bambino già morto. Successivamente, nel corso delle indagini, è emerso che la donna era convinta che suo figlio fosse autistico, “diagnosi” a cui la 42enne era arrivata dopo aver cercato su Internet spiegazioni su alcuni comportamenti del figlio con i quali identificava la condizione; era stato ipotizzato che fosse stato proprio questo il motivo che l’aveva spinta ad ucciderlo.
Qualche settimana fa è stata depositata una nuova perizia secondo la quale la donna era in quei momenti incapace di intendere e di volere a causa di psicosi e, molto probabilmente, si sarebbe suicidata subito dopo se non fosse stata fermata. Il marito, ascoltato in Tribunale durante il processo, ha dichiarato: “Non ha avuto il coraggio di abortire e in seguito lo ha ucciso. È un diavolo, un mostro, che ha ingannato me, mio figlio e anche gli esperti“.
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Ordinata la libertà vigilata per 15 anni
Nel processo la donna è stata difesa dall’avvocato Salvatore Del Giudice, che si è avvalso della consulenza della criminologa clinica Alessandra Bramante. Il giudice ha ritenuto Adalgisa Gamba non imputabile al momento del delitto e ha applicato l’art misura di sicurezza della libertà vigilata, per non meno di 15 anni, in una struttura di riabilitazione. Le motivazioni della sentenza devono essere depositate entro 90 giorni.