“I partigiani inventati”. Bufera sul professore reggino – .

“I partigiani inventati”. Bufera sul professore reggino – .
“I partigiani inventati”. Bufera sul professore reggino – .

“Non ho inteso mettere in discussione la Resistenza o l’Agenda 2030, ma solo invitare i miei alunni di quinta elementare ad avere senso critico e ad analizzare i fatti senza pregiudizi per comprendere la realtà. Un messaggio e un augurio nell’ultimo giorno di scuola per il loro futuro”. Così si difende la docente di Lettere, che martedì ha distribuito fotocopie dal contenuto “revisionista e complottista” a una classe del liceo Aldo Moro di Reggio Emilia. La storia esplose in clamore poche ore prima della campana finale. Il preside Daniele Cenini sta svolgendo le indagini necessarie per accertare quanto accaduto e “condanna fermamente il contenuto inaccettabile dei volantini”. Il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Paolo Bernardi parla di “contenuti aberranti”, ma attende “con piena fiducia” la relazione di Cenini per valutare qualsiasi tipo di provvedimento disciplinare. Massima cautela, quindi, anche per non turbare la serenità dei ragazzi che si preparano ad affrontare l’esame finale.

La docente, che ha prestato servizio per 36 anni nelle scuole superiori della provincia di Reggio Emilia ed è prossima alla pensione, si difende parlando della necessità di insegnare ai giovani a “pensare con la propria testa”. Nel merito afferma: “Non ho mai messo in discussione la Resistenza; ogni anno spiego il significato del 25 aprile e del 2 giugno; Accompagno le classi ad Auschwitz e Terezin. Il volantino è provocatorio ma non ho mai detto che non ci fossero partigiani o staffette. Non erano ritratti per una questione di genere; dopo la Liberazione ci si rese conto che era necessario parlare del ruolo della donna e vennero scattate inquadrature ambigue come quella del volantino. I miei studenti mi conoscono, hanno capito bene il contesto e non hanno battuto ciglio. Idem per le fotocopie dell’Agenda 2030: chi non si dice favorevole alla pace o alla lotta alla fame nel mondo?

La fotocopia relativa alla Liberazione riporta l’immagine di tre donne della Resistenza e la scritta: “Abbiamo Partigiani? No, non sembra, quindi cosa facciamo? Prendi tre donne e le armi per scattare la foto. Ma i partigiani, come diceva Albertazzi, di solito si vedono da dietro e questi si vedono di fronte. Il primo ha un fucile forse un po’ troppo lubrificato e quindi ha un fazzoletto o forse un giornale per evitare di sporcarsi il vestito da festa al centro, non sapendo come tenerlo, decide di trascinarlo come un ombrello; quello a sinistra indica con cipiglio bellicoso, peccato che il fucile sia capovolto… Bella foto che conferma una Resistenza nata dopo l’8 settembre 1943 pagata dagli alleati e inventata come questa foto”.

 
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