“Non preoccuparti, ti pagherò.” Ma a che gioco sta giocando? – .

“Non preoccuparti, ti pagherò.” Ma a che gioco sta giocando? – .
“Non preoccuparti, ti pagherò.” Ma a che gioco sta giocando? – .

ANCONA Ogni giorno qualcosa di nuovo. In pieno stile teatrale. Ma orrore. Il crac dell’Ancona, con la mancata iscrizione dei Doriani in Serie C a causa dei 430mila euro non pagati relativi agli stipendi di marzo e aprile da versare ai giocatori, si arricchisce di un altro capitolo. Il tutto dopo il fine settimana di scaricabarile tradotto nelle note stampa diffuse, in ordine cronologico, dal socio di minoranza Mauro Canil, dall’amministratore delegato Roberta Nocelli e dal presidente Tony Tiong. Quest’ultimo, ieri, avrebbe – in maniera incredibile – rassicurato ancora una volta la squadra. Nello specifico, attraverso un messaggio inviato all’attaccante Alberto Spagnoli (lo aveva già fatto in precedenza con Coli Saco), ha garantito «Ho affidato al mio avvocato il compito di raccontare la vicenda da parte mia per evitare eventuali malintesi. Per quanto riguarda gli stipendi, state certi che verrete pagati tutti. Vi prego di comprendere che non potrò dire di più finché non verrà rilasciata la comunicazione ufficiale”. Tradotto: “Ho incaricato il mio avvocato di raccontare l’accaduto dal mio punto di vista. Non preoccuparti, gli stipendi mancanti verranno tutti pagati. Per ora non posso dire altro”. Ma a che gioco sta giocando Tony Tiong?

Le possibili mosse di Tiong

Il timore più plausibile potrebbe essere quello di evitare lo scenario del fallimento con un’istanza che vada in quella direzione. Con tutto quello che ne deriverebbe in termini di indagini. Ecco allora che potrebbe sorgere una nuova ipotesi. È infatti difficile (ma non impossibile) pensare a un presidente orientato a proseguire – solo sulla carta – dopo la conclusione della storia. Come? Magari provando a iscrivere la società in Serie D (con la “vecchia” matricola l’ammissione in soprannumerario sarebbe sicuramente più semplice che con l’iscrizione ex novo ex art. 52 Noif), risolvendo le questioni pendenti e poi vendendo la propria azioni ad un nuovo investitore se il trasferimento non avviene entro il termine ultimo dell’8 luglio (data ultima per la presentazione della richiesta di registrazione). In questo senso i messaggi assurdi inviati ai giocatori avrebbero un filo pseudologico. Ma allora perché non salvare la C? Sarà l’ennesimo bluff di questi ultimi giorni infernali? Solo un incontro con il sindaco Silvetti (il Comune è custode dei marchi attraverso i tifosi, che decideranno a chi affidarli) potrà svelare il mistero e le intenzioni del malese. Intanto, ieri mattina, una delegazione di giocatori biancorossi ha incontrato i vertici dell’Associazione Calciatori per le questioni relative alla scarcerazione. L’obiettivo è accelerare l’iter di svincolo con l’incasso delle ultime mensilità previste dai contratti. La risposta del sindaco non si è fatta attendere, stremato dalle parole pronunciate dal patrono non supportate, finora, da fatti concreti.

«Voglio vedere i conti»

«Finora ho avuto due incontri con alcuni mediatori (non sarebbero legati a grandi aziende, ndr) ma devo assolutamente vedere Tiong o chi entro questa settimana. La data non mi è stata ancora comunicata dopo le dichiarazioni. Il tempo sta finendo. Di cosa ho bisogno? Come priorità, vogliamo vedere i conti esatti”. Il senso è molto chiaro: per avere speranze più concrete della Serie D in soprannumero, Palazzo del Popolo punta sulla vecchia pista matricola anche per poter sfruttare i crediti in Lega Pro, i proventi dei diritti televisivi e i proventi di alcune trasferimenti (vedi quello di Simonetti). Oltre, ovviamente, agli anni di tesseramento e di tesseramento al settore giovanile. Creare una nuova matricola, a livello imprenditoriale, sarebbe più semplice. Ma al momento della registrazione la partita, senza alcuni titoli, sarebbe più difficile. L’8 luglio è vicino. Bisogna sbrigarsi.

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Corriere Adriatico

 
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