Corigliano-Rossano. Chi è Flavio Stasi, l’astro nascente della politica calabrese – .

A Corigliano-Rossano si ripete il “miracolo Flavio Stasi”. Le persone si sono svegliate: quello che è successo nel 2019 avrebbe potuto essere una coincidenza, ma non ora. Cinque anni fa il generale corrotto non solo non vinse al primo turno ma andò al ballottaggio come secondo e perse in maniera schiacciante: Stasi prese il 70% dei voti, un trionfo… Per il movimentista Flavio Stasi, allora 36enne , attivista di sinistra fin da ragazzo, aveva riscosso un successo senza precedenti. Con sole 5 liste ha ribaltato la “corazzata” del generale Graziano (13 liste!), sostenuto da molti partiti del “sistema” politico corrotto. Una sorta di “rivoluzione” che aveva già proiettato la giovane Stasi sotto i riflettori nazionali. Cinque anni dopo, Stasi si riconferma battendo ancora una volta un candidato del sistema, addirittura imposto dal presidente della Regione. Vi spieghiamo chi è il giovane che combatte a suon di vittorie la cattiva politica.

Flavio Stasi è nato a Rossano nel 1983. Frequentando la facoltà di Ingegneria dell’Unical, oltre al suo ambito di studi, si è occupato da subito di temi delicati come la lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e alla difesa del territorio, diventando un punto di riferimento nel panorama calabrese toccando con coraggio temi scottanti come la bonifica dei siti industriali e la cementificazione.

IL 25 settembre 2010, sul palco della grande manifestazione “No ‘Ndrangheta” organizzata dal Quotidiano Calabria a seguito delle numerose intimidazioni mafiose di quel periodo dirette alla Procura di Reggio Calabria e ad alcuni giornalisti, ha dichiarato: “I giovani di questa terra si trovano a lottare con incertezze e soprusi quotidiani e la ‘Ndrangheta si nutre di questi soprusi. La ‘Ndrangheta non è un’emergenza ma un fenomeno quotidiano che si nutre di emergenze e per questo viene combattuto quotidianamente…”.

Seppur giovanissimo, è uno dei leader del grande movimento di difesa del territorio che nasce in quegli anni in Calabria, che per primo riuscì a creare una causa nazionale sulla bonifica di vaste aree inquinate (Fiume Oliva di Amantea, pertusola a sud di Crotone e ferriti nel Cassanese) e poi per il rilascio del commissariamento all’emergenza rifiuti

Intanto nel maggio 2011 venne brutalmente aggredito durante la notte da 3 persone finite in ospedale. Dopo alcune settimane di convalescenza, denunciò pubblicamente l’accaduto con una lettera al quotidiano calabrese dal titolo “Armati della Parola” che finisce in prima pagina. La lettera termina così: “..puoi rompermi tutte le ossa, puoi sfigurarmi la faccia e distruggermi la macchina, puoi pugnalarmi o spararmi, ma non farai nemmeno un graffio su quello che ho scritto, su quello che penso, e rimarrai comunque ignobile bestie senza dignità. A tutti gli altri, al mio popolo, imploro di non avere paura, di non restare in silenzio di fronte all’ingiustizia e alla violenza, di avere il coraggio di vivere liberi, di essere uomini.”.

Lo scritto crea un grande movimento di solidarietà in tutta la Calabria e nelle università, e il dibattito nei prossimi giorni sarà arricchito da tanti contributi di istituzioni, docenti, associazioni di tutta Italia e del rettore dell’Unical.

IL 12 novembre 2011durante la grande manifestazione di Crotone per la chiusura del commissariamento, intervenne a nome di tutti i comitati dell’area jonica cosentina, concludendo il suo intervento con quello che sarebbe poi diventato uno slogan: “Noi calabresi abbiamo sotto i piedi la via d’uscita dalla crisi economica: è la nostro territorio”. Dopo due mesi il commissariamento per l’emergenza rifiuti, anche grazie a quel movimento di opinione, venne definitivamente chiuso.

Nel 2012 è tra i fondatori dell’associazione “Terra e Popolo”., organizzazione nata con l’obiettivo di stimolare la valorizzazione e lo sviluppo del Mezzogiorno. Nel frattempo l’esperienza maturata negli anni come riferimento per le battaglie di civiltà viene apprezzata anche altrove. A circa 30 anni è stato infatti relatore in dibattiti o convegni organizzati sul tema della trasparenza e della sostenibilità sociale e ambientale degli impianti industriali in Savona, Bologna, Ravenna, Campobasso, Torino, Roma, Napoli, Galati (Romania).Insieme alle associazioni del basso Ionio cosentino, propone alle istituzioni locali un tavolo sinergico tra istituzioni e associazioni per la risoluzione di alcune problematiche come la chiusura delle stazioni, le discariche, l’assenza di sanità. È un riferimento a quell’importante esperienza alla quale hanno partecipato tutte le amministrazioni comunali del basso Ionio.

Il 15 settembre 2012 è stato uno dei leader della manifestazione “La presa del Treno Perduto” organizzata a Rossano per denunciare il taglio di tutte le tratte ferroviarie a lunga percorrenza. A seguito dell’evento verranno ripristinati, anche se solo per pochi mesi, alcuni viaggi a lunga percorrenza. La società RFI, però, ha denunciato 14 persone, tra cui Flavio Stasi, che verranno poi rinviate a giudizio per “interruzione di pubblico servizio”. In conferenza stampa dichiarerà “se c’è qualcuno in questa terra che ha interrotto un servizio, è chi continua a tagliare le linee ferroviarie, isolando intere comunità”.

Il 1° maggio 2013 è intervenuto sul palco del famoso concerto di Taranto organizzato proponendo “una grande vertenza unitaria per il Sud”.Il 16 maggio 2013 è stato ascoltato nella Commissione del Consiglio regionale contro la ‘Ndrangheta. Nel suo intervento ha affermato: “In campo ambientale il pane quotidiano della criminalità organizzata è l’emergenza, l’esenzione, talvolta illegale ma meglio ancora se legalizzata. Lo abbiamo visto anche fuori dalla Calabria, quando la criminalità organizzata ha tratto enormi profitti dai terremoti e da altri eventi straordinari. Il ciclo dei rifiuti in Calabria è un evento straordinario che dura da vent’anni. Se questa commissione vuole avere un impatto in questo settore, deve quindi attaccarne le cause, oltre ad interessarsi alle conseguenze”.

IL 31 agosto 2013, durante la mobilitazione contro la chiusura del Tribunale di Rossano, inizia insieme all’avvocato lo sciopero della fame totale. Mauro Mitidieri per sensibilizzare i cittadini e chiedere al ministro della Giustizia un decreto correttivo. Lo sciopero della fame totale durerà ininterrottamente per 12 giorni. Purtroppo il decreto correttivo non è mai arrivato.IL 20 gennaio 2014, nell’immobilità e nel totale silenzio delle istituzioni locali, con un articolo dal titolo “Un altro scandalo rifiuti”. denuncia l’esistenza di una gara regionale che avrebbe portato a Rossano e al porto di Corigliano 750 tonnellate di rifiuti al giorno dall’intera provincia. Dopo l’articolo scoppiò un putiferio: i comuni convocarono consigli comunali ad hoc e la società civile si organizzò con una grande mobilitazione locale e due manifestazioni, a Corigliano e Rossano, entrambe chiuse con i suoi interventi. La Regione Calabria, dopo un mese di mobilitazione, ritirerà il bando per un vizio formale. Nonostante ciò, la Procura ha poi avviato un’indagine sui responsabili della mobilitazione, rinviando a giudizio tre persone, tra cui Flavio Stasi, tuttora sotto processo. Nel corso di una conferenza stampa dichiarerà “Questo accade perché in Calabria noi cittadini siamo costretti a sostituirci alle istituzioni disattente. Ma se sarò costretto a subire un processo per difendere la mia terra, me ne occuperò”.

Il 4 settembre 2015, a meno di un mese dalla terribile alluvione che ha colpito la costa, con un video dal titolo “Quello che non volete dire sull’alluvione” ha denunciato le speculazioni e alcune delle cause di quanto accaduto.Fino al 2016 ha affrontato con continuità temi quali la trasparenza amministrativa, la gestione degli appalti pubblici, lo stato delle strade provinciali, l’assenza di attrezzature negli ospedali, le prospettive occupazionali della riconversione industriale, l’assenza di servizi essenziali, ecc. ecc.

Nel 2016 decide, con il sostegno di 3 liste civiche composte quasi interamente da giovani, di candidarsi a sindaco alle elezioni amministrative di giugno. Per pochi voti non arriva al ballottaggio, prendendo il 18% dei voti. Al ballottaggio decide di non schierarsi con nessuna delle contendenti e di restare all’opposizione. Circa 1000 cittadini scriveranno “STASI” sulla scheda elettorale.

Dal 2016 al 2018 è stato consigliere comunale, continuando ad affrontare in tale veste questioni delicate quali la rotazione del personale, la gestione fiscale, l’utilizzo delle risorse pubbliche e il contrasto alla criminalità organizzata. Nel dicembre 2017, in seguito all’incendio di uno stabilimento balneare nel comune di Rossano, Lulapaluza pubblicò una lettera in cui sfidava apertamente gli autori del gesto.

Poi, l’anno di grazia, il 2019, quello dell’ascesa a sindaco della neonata Corigliano-Rossano e della riconferma di ieri, in attesa di tappe ancora più importanti. Presto o tardi.

 
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