“Indire gare presuppone personale tecnico che non esiste” – .

“Indire gare presuppone personale tecnico che non esiste” – .
“Indire gare presuppone personale tecnico che non esiste” – .

TRENTO. A seguito delle richieste di revisione del PNRRR alla Commissione Europeaè stata riconosciuta un’ulteriore proposta di riparto per la linea di investimento del Pnrr m2c4 – i4.2 “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione idrica, anche attraverso la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti” che nel marzo 2023 aveva visto l’approvazione della prima graduatoria delle proposte. Inizia così l’interrogazione presentata oggi da Pat dai consiglieri provinciali Calzà e Manica, del Pd.

Questa nuova possibilità – proseguono – lo aveva consentito 28 comuni trentini per presentare una richiesta di finanziamento, circa 150 milioni di euro, per garantire la riqualificazione delle reti acquedottistiche, beneficiando del 100% della copertura delle spese se le relative progettazioni esecutive, validazioni e gare fossero state bandite entro il 30 aprile 2024. Le preoccupazioni degli amministratori erano legate alle tempistiche, per questo è stata richiesta la collaborazione della Provincia per poter seguire il complesso iter dalla progettazione all’affidamento dei lavori nel rispetto delle scadenze stabilite.

Entro il 30 aprile 23 comuni/gestori sono riusciti a presentare domande per un importo complessivo di circa 130 milioni di euro. Lo scorso 6 maggio è stato annunciato, con decreto direttoriale n. 203 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sono stati ammessi al finanziamento 18 progetti (27 Comuni e aziende pubbliche) per un totale di 106 milioni di euro.

Buone notizie che permetteranno di migliorare le reti e i sistemi acquedottistici del territorio trentino e di migliorare sensibilmente la percentuale di perdite di rete, attualmente al 35%. Notizie che, però, vanno lette con gli occhi della realtà.

Intanto non rientrano nella graduatoria 19 comuni che avevano richiesto complessivamente 73 milioni di euro, tra cui Pergine, Borgo Valsugana e Lavis. Inoltre, il finanziamento Pnrr prevede che se i lavori non verranno completati entro le scadenze previste (collaudo delle opere entro marzo 2026) si perderà tutto, anche quanto già realizzato (come ad esempio i costi di progettazione).

La preoccupazione maggiore riguarda i bandi di gara che, soprattutto nelle piccole imprese, richiedono personale tecnico specializzato che non è disponibile. Se ne stanno rendendo conto anche alcuni consiglieri comunali che fanno riferimento alla maggioranza provinciale e si chiedono come potrà l’amministrazione comunale gestire un progetto così complesso con un ufficio tecnico già in difficoltà e senza possibilità di assumere nuovo personale.

Inoltre, i Comuni devono anticipare il costo dei disegni e dell’IVA e rivedere i bilanci rinunciando a qualche intervento previsto o indebitandosi. Alcuni consorzi dei bacini montani umbri si sono accordati per anticipare il ricavato del prossimo anno per i costi di progettazione ma resta scoperta una cifra importante per la quale occorre reperire le risorse.

Ci si chiede se la Provincia potrà intervenire con aiuti concreti riguardo alla gestione degli appalti. L’Agenzia provinciale per gli appalti e gli appalti (Apac) avrà personale sufficiente per occuparsi, oltre agli appalti provinciali, delle procedure ammissibili al finanziamento Pnrr per il risanamento degli acquedotti?

E chi assumerà il ruolo di gestore unico del procedimento (Rup), un funzionario provinciale o qualche tecnico del Comune che magari non esiste? Tutti questi dubbi devono trovare una risposta urgente.

Tutto ciò premesso, si chiede al Consiglio provinciale di accertare:

1. se l’Apac è stata incaricata della gestione delle procedure di gara relative a progetti ammessi, di cui al decreto direttoriale del 6 maggio n.203, al finanziamento sulla linea investimenti del Pnrr m2c4 – i4.2 “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione idrica , compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”;

2. se è stato individuato un unico responsabile del procedimento a livello provinciale oppure ciascun comune deve individuarne uno tra il proprio personale;

3. come intende contribuire alle spese relative alla progettazione e all’anticipo IVA dei progetti ammessi per evitare che i Comuni rinuncino ai finanziamenti concessi;

4. come intende rispondere ai 19 Comuni non inseriti nella graduatoria degli ammessi al finanziamento per mancanza di requisiti ma che necessitano di riqualificare la rete acquedottistica.

 
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