L’otorinologo sassarese è ai vertici del mondo de La Nuova Sardegna – .

Sassari L’interessato ha impiegato un po’ di tempo per rendersene conto. Medico Francesco Bussu ha aperto e chiuso più e più volte la pagina del sito, poi si è dovuto arrendere all’evidenza: “Ma allora è vero”. Esiste un istituto internazionale, lo Scimago students ranking, che dal 2009 è specializzato nella pubblicazione di report e classifiche su diversi ambiti universitari di tutto il mondo. E sotto “otorinolaringoiatria”, la sorpresa: l’Università di Sassari, nella specialità, è 24esima nel mondo. Giusto.

Primo italiano (dietro Milano, al 56esimo posto) e terzo europeo, in una classifica ricca di istituti americani – da Harvard a Stanford a Sanit Louis – ma anche di Olanda, Brasile e Cina, India, Australia. Al di là dei numeri, la realtà dice che questo è l’unico ambito della sanità sarda in cui c’è una mobilità attiva di pazienti che arrivano sull’isola per operarsi dal resto d’Italia. Questo è quello che succede a chi ha a che fare con i tumori al naso.

Il risultato Il direttore della clinica otorinolaringoiatrica è Francesco Bussu, classe 1974, cresciuto a Oristano, famiglia Ollolai, specializzazioni in Francia, Germania e USA. Alla domanda sul clamoroso 24esimo posto nel mondo, risponde: «Francamente non lo so, non conosco i criteri. Sono rimasto sorpreso e anche un po’ imbarazzato dai dati, ovviamente non mi dispiace, ma non so proprio che significato dargli”. Il ramo specializzato nelle cure otorinolaringoiatriche offre un caso unico nell’isola e nel panorama nazionale, che secondo l’istituto di ranking si confronta con realtà globali.

La forza «Sono un professore universitario e un medico e credo che curare i malati migliorando lo standard di cura per tutti sia la soddisfazione più grande – commenta Bussu -. È quanto sta accadendo con i tumori della parte anteriore delle fosse nasali, per i quali abbiamo descritto un approccio terapeutico, oggi riconosciuto dalla Society of Otorinolaringoiatria” che lo ha definito un nuovo standard e che consente di evitare l’amputazione delle cavità nasali naso. «Il trattamento prevede una fase chirurgica che effettuiamo all’Aou di Sassari e una fase radioterapica che, per problemi strutturali, dobbiamo effettuare al Mater Olbia». Nel 2023 il gruppo di specialisti di Sassari è quello che ha trattato più casi in Europa, con circa l’85 per cento dei pazienti costretti a spostarsi dalle regioni del Nord Italia. «La paziente più giovane ha 27 anni, viene da Padova, ha festeggiato da poco un anno e mezzo con il naso e senza malattie», dice il direttore Bussu e non nasconde affatto la sua emozione.

Scuola e ricerca È arrivato nel 2017 da primario, un anno dopo la chiusura della scuola di specializzazione, «poi l’università ci ha creduto e ha investito, sono diventato professore universitario, mio ​​collaboratore Davide Rizzo professore associato e ordinario e conseguentemente nel 2023 è stata riaperta la scuola di specializzazione. Cerchiamo di innovare e diffondere l’innovazione”. Un campo in cui «stiamo investendo molto e siamo leader in Italia è quello delle procedure diagnostiche sotto guida ecografica, convinti che noi chirurghi abbiamo competenze molto utili. E infatti gestiamo e operiamo un gran numero di masse cervicali e soprattutto ghiandole salivari che tipicamente necessitano di essere valutate prima dell’intervento chirurgico attraverso procedure ecoguidate”.

Procedure che vengono riviste da specialisti d’oltreoceano e dall’estero, «Egitto, Germania, Turchia, ma anche Stati Uniti». Classifiche a parte, precisa Bussu, un punto di forza innegabile è rappresentato dalle risorse per la ricerca: finanziamenti per la ricerca: il reparto di otorinolaringoiatria di Sassari, spiega, ha ottenuto negli ultimi due anni sei finanziamenti tramite bandi, uno dalla Regione, due dall’Assessorato Ministero dell’Università e tre del Ministero della Salute su fondi Pnrr.

 
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