Là Direzione Investigativa Antimafiaha eseguito un decreto di sequestro finalizzato alla confisca preventiva emesso dal Tribunale di Trapani, riguardante i beni tutelati di interesse storico, artistico e archeologico. In particolare si tratta di varie anfore di epoca tardo romana e di una base marmorea riproducente scene mitologiche scolpite su tutti i lati, di età ellenistico-romana, tutti considerati di grande pregio, appartenenti ad un trafficante internazionale di opere d’artegià gravato da un provvedimento di confisca per numerosi beni in suo possesso, in quanto soggetto sospettato di appartenere a Cosa Nostra e anch’egli in affari con la Famiglia mafiosa di Castelvetrano (TP). Emergono numerosi indizi sul destinatario del provvedimento in questione circa la sua pericolosità, caratterizzata dall’essere una persona che trae il proprio sostentamento dalla propria attività criminale e lucrativa di trafficante internazionale di reperti archeologici.
Nel corso degli anni, il proposto era già stato accusato di aver fornito molteplici contributi al funzionamento e al rafforzamento dell’associazione mafiosa e, al riguardo, erano state rese dichiarazioni da diversi collaboratori di giustizia.
Il provvedimento ablativo, emesso a seguito di proposta firmata congiuntamente dal direttore della DIA e dalla Procura della Repubblica di Palermo, ricalca il percorso tracciato da precedenti analoghi provvedimenti scaturiti dalle approfondite indagini immobiliari svolte dalla Sezione operativa della Direzione investigativa antimafia di Trapani, che ha dimostrato la sproporzione tra le fonti di reddito e le occupazioni del nucleo familiare del destinatario della misura.
Tali opere d’arte saranno affidate in custodia alla Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali al fine di renderle nuovamente fruibili alla collettività.
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