Cosenza dice addio a Palazzo Edera per fare spazio a una nuova sistemazione – .

“I simboli sono importanti, spiegano ideali, principi e scopi meglio di tanti ragionamenti. IL Lo scheletro del palazzo Edera con i solai abusivi demoliti a Cosenza ne è stato un simbolo. Chi entra ed entra ancora a Cosenza, dal raccordo autostradale e guarda a sinistra, apprende che questa è (o meglio era) una città in cui le regole venivano rispettate da tutti”. Questo l’incipit della nota degli esponenti del Pd Sergio De Simone, Giacomo Mancini, Alessandro Grandinetti E Saverio Carlo Greco.

“E chi non li ha rispettati, come nel caso in questione, ne ha pagato le conseguenze anche attraverso la demolizione di quanto costruito abusivamente.
Lo apprendiamo ora dalla stampa questo simbolo del rispetto delle regole e del fatto che le regole valgono per tutti non ci sarà più. Non perché verrà demolito, ma perché l’edificio verrà ricostruito, non si sa se verrà ricostruita anche la parte abusiva. E in più verrà corrisposta anche un’indennità all’impresa edile”.

“Il Consiglio Comunale del 10/06/2024 ha approvato, come riportato nel comunicato dell’Amministrazione, “un importante accordo che ci consentirà di completare e riqualificare un edificio che ormai da 20 anni deturpa la nostra città”. L’edificio in questione è il palazzo “Edera”..

“Da quello scheletro, sempre secondo la giunta, verranno create nuove unità abitative pubbliche. L’obiettivo è garantire un certo numero di abitazioni alle persone più bisognose, in difficoltà economica, che non possiedono una casa propria e non possono permettersi di pagare un affitto di mercato”.

“La realizzazione degli appartamenti dovrebbe, come sostenuto dall’amministrazione comunale, far fronte al dramma dell’emergenza abitativa nella città. Nessuno nega che in città ci sia necessità e urgenza per chi non ha le risorse economiche di avere una soluzione abitativa. Ci sembra meno convincente sostenere che a Cosenza vi sia una drammatica “emergenza abitativa” visto che in pochi decenni la città è passata da più di 100.000 abitanti a meno di 60.000, dove migliaia di appartamenti sono ormai sfitti”.

“Quanto ci sembra eccessiva l’esultanza che con la realizzazione di un edificio si possa affrontare e risolvere il problema abitativo di chi, e sono tanti, non può permettersi di pagare l’affitto di un appartamento. Forse su una questione così importante e controversa lo sarebbe stato È necessario convocare una riunione del club PD (che non si riunisce in città dal 4 gennaio), con consiglieri e amministratori comunali e insieme stabilire la linea e gli obiettivi da perseguire”.

“Va detto che Aterp, Comune e Regione in questa occasione sono intervenuti tempestivamente, trovando soluzioni e risorse per poter procedere celermente e completare l’opera. Ci avrebbe sicuramente fatto piacere constatare la rapidità con cui Comune e Regione hanno affrontato la soluzione per Palazzo Edera anche nella soluzione di un’opera altrettanto e forse più importante come l’ospedale provinciale che, ormai da anni, nonostante le risorse disponibile, non riesce a trovare con la stessa urgenza una soluzione riguardo alla sua ubicazione”.

“Proprio a causa delle vicende che hanno caratterizzato la storia di questo edificio (concepito per ospitare edifici residenziali pubblici e per soddisfare le esigenze abitative di persone disagiate, non fu mai completato a causa di abusi in fase di costruzione con conseguenti demolizioni per motivi edilizi e amministrativi). irregolarità e vicende giudiziarie con contenziosi e ricorsi, e infine con la sentenza del Consiglio di Stato, che ha dichiarato la proprietà al Comune stesso) dovrebbe essere offerta alla città la massima trasparenza amministrativa, onde evitare possibili malintesi, incomprensioni e chiacchiere”.

“La vicenda di Palazzo Edera, infatti, è caratterizzata da scelte e vicende amministrative, che vengono riportate anche nella stessa delibera comunale, e che appaiono alquanto incomprensibili e contraddittorie, come quella dell’acquisto avanzato nel 2008 da parte dell’ASP di Cosenza di l’immobile in questione.”

“Nel novembre 2008 la società Edera (aveva) risposto positivamente ad una richiesta di manifestazione di interesse dell’ASP di Cosenza per l’acquisto di un immobile”, cioè l’ASP di Cosenza nel 2008 era disposta all’acquisto, quasi si trattava dell’unico immobile sul mercato in città, un edificio in costruzione con destinazione d’uso diversa da quella richiesta dall’azienda sanitaria e che era interessato da un contenzioso legale tra una pubblica amministrazione e un privato (sic!)”.

“Per restare invece al presente, la domanda che viene spontanea dalla lettura della stessa delibera è perché il Comune di Cosenza, senza alcuna pronuncia giurisdizionale in merito, abbia oggi adottato una decisione che, forse formalmente in futuro, garantirà la disponibilità di alcune sistemazioni di edilizia sovvenzionata o popolare, ma già oggi riconosce l’arricchimento dell’ente e la funzione sociale delle opere realizzate dalla società che ha realizzato il grave abuso edilizio, rimuovendo di fatto gli ostacoli posti dall’art. 194 TUEL al riconoscimento dei debiti fuori bilancio da parte dell’organismo comunale di liquidazione fallimentare”.

“In pratica, nell’ottica avveniristica dell’accordo con ATERP, il Comune ha riconosciuto la legittimità di un debito fuori bilancio di cui non conosce nemmeno l’importo e che, sia chiaro a tutti, verrà saldato dai cittadini cosentini nei prossimi anni. Ci chiediamo quindi perché il Comune debba anticipare un risarcimento all’azienda inadempiente e già condannata dal Consiglio di Stato e non riconosciuto giudizialmente, quando l’immobile non è ancora nella disponibilità degli assegnatari bisognosi”.

“Qual è cioè la logica del risarcimento di un bene già acquisito dal Comune da un privato, che non ha più titolo sul bene e che ha deturpato l’immagine della città per oltre vent’anni, mentre le prestazioni sociali sono ancora da venire”.

“Del resto, visto il rapporto positivo instaurato nel caso specifico con la Regione e Occhiuto, perché allora lo stesso rapporto non viene utilizzato per realizzare anche altre opere che interessino la città come, ad esempio, il Museo Alarico che languisce da anni, in spregio al decoro della città, in condizioni pietose? Su queste domande che abbiamo posto ci auguriamo che l’Amministrazione e l’Assessore competente trovino modo e tempo per chiarire alla città i nostri legittimi dubbi”.

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