PITTELLA E POLESE, COSA FACCIAMO CON L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA? – Talenti lucani – .

C’è un tema sul quale i consiglieri regionali Pittella e Polese non possono nascondere le proprie responsabilità, ed è il tema dell’autonomia differenziata, la scellerata iniziativa della Lega che mira a spaccare in due l’Italia, staccando i carri che non riescono a tenere il passo le Regioni più forti. Per queste forze di centro che sono venute in aiuto della destra, per una serie di ragioni, l’atteggiamento che hanno sempre avutoE Il provvedimento contro il disegno di legge Calderoli è agli atti del Consiglio regionale e poiché la questione è ancora in corso è giusto verificare se esiste ancora una maggioranza in consiglio su questa questione. Il problema lo pone giustamente il segretario generale della CGIL Basilicata, Mega, che invita il Consiglio a riaprire la questione ed esprimersi in merito, sia prima che il voto nazionale suggelli lo scellerato patto tra Meloni e Salvini, sia eventualmente dopo con la la richiesta della Regione di impugnare la legge sulla base della sua costituzionalità. In occasione della prima seduta del neo eletto Consiglio Regionale della Basilicata chiediamo come primo atto di ritirare immediatamente l’adesione al piano di autonomia differenziata. La sua illegittimità costituzionale dovrebbe essere impugnata qualora la legge venisse approvata”. “Chiediamo al neo eletto Consiglio regionale della Basilicata, che si riunisce oggi per la prima volta nella nuova legislatura, di mettere subito all’ordine del giorno il tema delle autonomie differenziate e di ritirare subito il sostegno a questo disegno di legge che penalizzerà ulteriormente la Basilicata e il Mezzogiorno, minando l’unità del Paese. Chiediamo ai centristi e riformisti della maggioranza di esprimersi subito nel merito, a cominciare dall’ex governatore Marcello Pittella”. È questo l’appello del segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega. “Il provvedimento leghista contro il sud travolgerà la nostra regione – prosegue – ed è inaccettabile che il presidente Vito Bardi, riconfermato alla guida della Regione, lo abbia assunto senza alcun confronto politico e istituzionale. Una responsabilità molto seria nella sostanza e nel metodo”. Cancellare questa ignominia è un dovere dei lucani, dice giustamente Mega. Per la Basilicata, dove in un solo anno la popolazione è diminuita dello 0,7% (-3.591 individui), perdendo 60mila abitanti in vent’anni con una previsione, secondo l’Istat, di una perdita del 40% degli attuali residenti nei prossimi vent’anni, come garantire i livelli essenziali di assistenza? Se a questo aggiungiamo il Recovery Plan o, peggio, il commissariamento della sanità lucana, si perde la tutela del diritto alla salute dei lucani e, insieme al diritto allo studio e al diritto alla mobilità, si perde il diritto alla cittadinanza” . In definitiva “siamo convinti – dice – che solo rafforzando l’unità nazionale, valorizzando l’interdipendenza tra economia del Nord ed economia del Sud, rafforzando il welfare pubblico e universale, e proiettandoci come unico grande “sistema Paese” in un’Europa sempre più unita , potremo svolgere un ruolo nel complicato mondo in cui abbiamo dovuto vivere. Una nuova distribuzione delle materie e dei diritti fondamentali tra territori che sicuramente minerebbe molte delle competenze attualmente esercitate dalle singole Regioni. Per queste ragioni riteniamo che vadano attivati ​​tutti gli strumenti democratici a disposizione per evitare che le prospettive dell’Italia siano irrimediabilmente compromesse. Chiediamo pertanto al governo regionale della Basilicata di valutare ogni iniziativa istituzionale utile a tal fine, a partire dalla possibilità di promuovere, sulla base dell’articolo 127, secondo comma, della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale a tutela della sfera di competenza della Regione, nel caso in cui l’autonomia differenziata diventasse legge.


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