Lo stupore e l’incanto dell’ex chiesa di Santa Chiara – La Guida – .

L’ex chiesa di Santa Chiara è come se fosse stata lì da sempre, nel cuore del centro storico di Cuneo. Ma per i tanti cuneesi e per tutti coloro che vi sono entrati nuovamente lunedì 17 giugno, in occasione della riapertura ufficiale, è stato come entrarvi per la prima volta. Occhi, e smartphone, rivolti verso l’alto, per catturare l’incanto dell’insieme o lo stupore di un dettaglio, l’ex chiesa si è rivelata alla città dopo un accurato lavoro di restauro che l’ha riportata davvero all’antico splendore, ciò che era stato oscurato e quasi dimenticato a causa della polvere e dell’incuria del tempo.

L’edificio è un gioiello del barocco cuneese, come giustamente dicono esperti e appassionati, edificato nel 1712 sul sito di una precedente chiesa già citata alla fine del 1200 e che negli ultimi decenni, dopo essere stato sconsacrato, è divenuto luogo per incontri, concerti, mostre e spettacoli, amati e frequentati. Almeno fino all’apertura, prima di rassegnarsi alla chiusura forzata nel 2016 a causa di infiltrazioni che hanno preso di mira e danneggiato stucchi e affreschi.

Nei mesi scorsi è stato ultimato il restauro degli affreschi, della volta e della cupola (https://laguida.it/2023/12/12/la-cupola-di-santa-chiara-e-tornata-a- splendide-fotogallery /) e la riapertura ufficiale, avvenuta lunedì 17 giugno, è il primo passo della nuova “vita” dell’edificio, affidato dal Comune alla Compagnia Il Melarancio con uno speciale partenariato unico nel suo genere in città secondo al quale l’ex chiesa è destinata a diventare un vero e proprio polo culturale, ospitando spettacoli ed eventi culturali. L’ambizione e l’obiettivo, dopo la conclusione dei lavori di costruzione che verranno realizzati nei prossimi mesi, come sottolineato da Gimmi Basilotta, direttore del Melarancio, è quello di renderlo un luogo aperto alla città e vissuto ogni giorno, da Mattia in serata.

Aperti anche martedì 18, poi i lavori di allestimento

Alla riapertura ufficiale, lunedì 17 giugno, sono intervenuti il ​​sindaco Patrizia Manassero, il vicesindaco Luca Serale, assessore ai Lavori Pubblici, e l’assessore alla Cultura Cristina Clerico e sono stati illustrati i lavori di restauro, mentre un’opera di narrazione artistica a cura di Il Melarancio ha ripercorso la storia dell’edificio. In serata, alle 21:15, è prevista la presentazione di un progetto di sostenibilità ambientale che vedrà l’utilizzo di 8 biciclette che, una volta attivate, produrranno energia per accendere le luci interne. L’ex chiesa resterà aperta anche martedì 18 giugno per consentire a chi lo desidera di entrare e ammirare gli affreschi restaurati. Mercoledì 19 giugno, invece, insieme ad Alberto Cuttica di Hangar Piemonte si terrà una giornata aperta agli stakeholder e a chiunque voglia proporre idee per la progettazione degli eventi che animeranno l’edificio nei prossimi mesi.

La chiesa verrà poi chiusa per consentire gli impianti tecnici, realizzati nel rispetto dell’edificio, che prevedono l’installazione di un palco mobile e di un pavimento sopraelevato. Nell’ex sagrestia sarà creata una piccola area ristorazione, mentre sarà riaperto l’accesso al cortile interno. Sul tetto dell’edificio adiacente (oggi sede dell’Ipsia) verranno installati pannelli solari per alimentare la chiesa, mentre il teleriscaldamento coprirà il restante fabbisogno.

Il Comune affida da 25 anni alla Compagnia Il Melarancio la gestione, promozione e valorizzazione dell’ex chiesa di Santa Chiara e Palazzo Soverini, edificio della prima metà del XV secolo in Piazzetta del Teatro 1, nei pressi del Teatro Toselli, già sede dell’azienda dal 2010. Dopo gli ultimi lavori di rifinitura da parte dell’azienda, nel dicembre 2024 Santa Chiara è destinata a diventare un polo culturale del territorio.

Il sindaco: “Uno dei gioielli più preziosi della città”

“Dopo un lungo e meticoloso lavoro da parte dei nostri uffici e dei progettisti incaricati, possiamo finalmente restituire alla città uno dei suoi gioielli più preziosi e storicamente importanti – sottolinea il sindaco, Patrizia Manassero – L’importante è ripartire dalla storia, recuperare un luogo chiuso da tempo e restituirlo ad un uso che sarà rivolto a tutti noi perché siamo convinti che il benessere della storia della comunità passi attraverso la bellezza, cultura e socialità. Questo è l’investimento che abbiamo voluto fare insieme a tutti coloro che ci hanno lavorato. Un grande ringraziamento a tutti i tecnici che hanno lavorato e a Melarancio: una grande squadra che ha lavorato con convinzione e intensamente”.

Ecco, ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Cristina Clerico, “qui nasce una nuova vita culturale, diventa un nuovo centro di produzione teatrale, grazie al coraggio della compagnia Melarancio. La partnership speciale che sperimentiamo qui ora è la prima in città e uno dei primi esempi in città”. L’Assessore ai Lavori Pubblici, Luca Sera, ha ringraziato i tecnici e restauratori comunali che hanno lavorato al progetto: “Questo è davvero il piccolo gioiello incastonato nel progetto di rigenerazione del centro storico”. In rappresentanza del Ministero dei Beni Culturali, che ha finanziato l’80% dell’intervento, il Sovrintendente Lisa Accurti, ha espresso un plauso al Comune e agli enti coinvolti: “Ha saputo portare avanti con un impegno davvero enorme un intervento estremamente complesso e realizzato in maniera accurata. Hanno avuto la fortuna di trovare partner altrettanto collaborativi, come le aziende coinvolte e i tecnici coinvolti nei lavori”.

Melarancio: “Un percorso da intraprendere insieme alla comunità”

Il direttore artistico della Compagnia Il Melarancio, Gimmi Basilotta, spiega il futuro progetto relativo a Santa Chiara: “L’ex chiesa sarà uno spazio culturale multifunzionale, un luogo dove persone e organizzazioni potranno progettare e realizzare iniziative e azioni mirate al bene -essere: immaginiamo infatti che l’immobile possa diventare non solo una sala per spettacoli, ma un luogo aperto ai cittadini come luogo culturale, ricreativo e di incontro. Una scommessa per il futuro e un percorso da intraprendere insieme alla comunità. Siamo una compagnia teatrale, facciamo principalmente teatro per bambini e famiglie, l’obiettivo è che non sia solo un luogo di intrattenimento, ma sempre aperto, sei giorni su sette, dalla mattina alla sera. L’idea della relazione è alla base dell’idea progettuale di questo spazio”.

I lavori di restauro

I lavori, eseguiti da Azienda Lithos di Venezia per un costo complessivo di 570.000 eurosono stati finanziati all’80% da “Fondo Cultura” del Ministero della Cultura mentre la restante parte proviene da Comune di Cuneo grazie ad un avanzo di amministrazione.

L’ex chiesa, chiusa dal 2016, versava in uno stato di degrado (nonostante i ripetuti interventi nel corso degli anni) con gli stucchi settecenteschi e gli elementi architettonici compromessi a causa delle ripetute e costanti infiltrazioni di acqua piovana sia dal tetto che dalle finestre. I lavori di restauro hanno interessato tutti gli affreschi delle pareti, della volta e della cupola.

Nello specifico, la pulitura delle parti affrescate è stata approfondita, con particolare attenzione alle sezioni che presentavano forti distacchi, e la smaltatura di tutte le parti decorate e in stucco. È stato eseguito il reintegro pittorico delle superfici murarie di maggior pregio (parti figurate e decorazioni) in presenza di abrasioni, cadute di pellicola pittorica e lacune nell’intonaco stuccato, con colori ad acquerello secondo le indicazioni della competente Soprintendenza.
Infine, per i serramenti, è stata prevista la sostituzione di tutti quelli in legno non più recuperabili ed è stata effettuata la pulizia della lattoneria esterna.

Trasferimento delle pale d’altare

Gli uffici comunali stanno attualmente lavorando, secondo le disposizioni della Soprintendenza, alla ricollocazione di due preziose pale d’altare, ora conservate nei depositi museali delle collezioni civiche cuneesi. Si tratta dell’Immacolata Concezione di Beaumont (1738-1741) un tempo collocata nell’omonima cappella all’interno della chiesa, e di San Tiburzio e Santa Cecilia, patroni della musica, di autore ignoto (metà del XVIII secolo), originariamente presenti sopra l’altare destro.
L’edificio, edificato nel XVIII secolo, è uno dei monumenti barocchi più significativi di Cuneo. Sia la precedente chiesa che l’attiguo convento delle Clarisse sono già citati nel carteggio del 1298. L’attuale edificio, attribuito con qualche incertezza a Francesco Gallo, fu edificato a partire dal 1712 comportando, secondo gli scritti, una forte alterazione dell’impianto l’antico quartiere San Dalmazzo.
Il convento era molto fiorente e accoglieva le figlie delle maggiori famiglie cuneesi. A causa delle leggi sulla incameramento dei beni ecclesiastici del 1855 le Clarisse dovettero cedere il convento al Comune. Successivamente la chiesa fu riaperta sotto la gestione della Congregazione Salesiana che vi rimase fino al 1982, gestendo il Civico Convitto in via Cacciatori delle Alpi. Negli anni Novanta la chiesa fu sconsacrata e utilizzata per concerti in collaborazione con le principali orchestre e accademie cittadine, mostre ed eventi espositivi.

 
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