Telesca sotto processo. L’udienza è rinviata a dicembre – .

Telesca sotto processo. L’udienza è rinviata a dicembre – .
Telesca sotto processo. L’udienza è rinviata a dicembre – .

Rinviata a dicembre l’udienza che vede il candidato sindaco Telesca e l’ex responsabile di Acta, Roberto Spera, processati per diffamazione nei confronti di due vigili urbani


POTENZA – Il candidato sindaco di Potenza Vincenzo Telesca è sotto processo per diffamazione. Inoltre, a danno di due agenti di polizia municipale che, in caso di vittoria nello scrutinio di sabato e domenica, si ritroveranno alle sue dipendenze. Con il dilemma se rinnovare o meno la richiesta di risarcimento nei confronti del “boss”, qualora arrivasse la consueta prescrizione. Come si conviene, al Tribunale di Potenza, per tanti processi “vip” (Rimborsopoli docet, ndr).

Ieri mattina (17 giugno 2024) l’esame di Telesca e il suo coimputato, ex amministratore di Acta, l’azienda multiservizi ambientale del Comune, Roberto Spera.
Vista l’assenza del giudice incaricato del caso, però, l’udienza è stata rinviata al 12 dicembre. Quando, secondo i calcoli delle parti civili, mancheranno poco più di due mesi alla prescrizione. Ma senza contare interruzioni e sospensioni varie.

L’episodio contestato, infatti, risale al 29 maggio 2017, vigilia dei festeggiamenti di San Gerardo.
Un paio di settimane fa, in una singolare occasione, è esplosa un’altra polemica che ha toccato il candidato sindaco, sugli operai al lavoro nel cantiere del suo nuovo palazzo di piazza Matteotti, nonostante la festa cittadina. Con tanto di camion parcheggiato proprio davanti alla statua del santo patrono.
In quest’ultima occasione nessuno sembra essersi accorto della circostanza, e del contrassegno di parcheggio scaduto, sul cruscotto del veicolo, a parte un “cronista di strada” come Gianluigi Laguardia.

Sette anni fa, però, le cose andarono molto diversamente e Telesca fu fermato a pochi metri da piazza Matteotti e dal Municipio da una pattuglia di esperti agenti della Polizia Municipale. Mentre lui era a bordo di un’auto, una Punto bianca, guidata da Spera, e procedevano per le vie del centro storico. Nonostante un’ordinanza che istituiva la zona a traffico limitato fino alla fine delle festività.
Tutto quello che seguì finì al centro del processo. Con Spera si è rifiutato di firmare il verbale con l’accusa di guida in zona pedonale e senza patente. Lamentandosi che i due agenti non sapevano chi fosse e non capivano le ragioni di servizio che giustificavano il suo agire. Cioè l’utilizzo di un’auto aziendale, anche se non targata Acta, per un controllo di pulizia nel centro storico visti i festeggiamenti in corso. Oltre che per un lasciapassare al mio amico consigliere comunale.

A ciò è seguita la notifica del verbale in questione con la relativa sanzione, che l’ex amministratore di Acta avrebbe regolarmente pagato senza rivolgersi al prefetto come si conviene per questo tipo di controversie. Per poi sporgere, nell’ultimo giorno disponibile, denuncia di falso contro i due poliziotti.
A sostegno delle sue accuse, Spera aveva portato la testimonianza di Telesca, iscritto all’Ordine degli avvocati dal quale si era allontanato prendendo servizio in Regione, dove tuttora lavora come funzionario dell’unica stazione appaltante.

L’allora consigliere comunale renziano, eletto con il Pd che poi sarebbe passato al gruppo misto, aveva assistito a tutta la scena e confermato il racconto dell’ex amministratore di Acta.
Dopo qualche mese, però, la Procura si convinse che quelle accuse fossero infondate. Hanno quindi chiesto e ottenuto l’archiviazione del procedimento nei confronti degli agenti, che a quel punto hanno controbattuto Spera e Telesca per calunnia.

Nel dicembre 2020 il caso è arrivato al giudice dell’udienza preliminare. Da qui l’incriminazione e poi il processo, iniziato solo nel marzo di quest’anno. Con l’esame, in aula, dei due poliziotti, che hanno confermato la loro versione dei fatti, rivendicando la correttezza del loro operato. Mentre per conoscere quella dei due imputati bisognerà attendere altri 6 mesi. A patto che in caso di ulteriore rinvio non decorrano i termini di prescrizione, e che a quel punto i due imputati decidano di non derogarvi. Per evitare un giudizio nel merito.

Tra le parti civili non figura il Comune di Potenza, che con il sindaco uscente, Mario Guarente, ha preferito restare fuori dalla disputa nonostante un apparente attentato all’onore della “sua” polizia municipale. Una scelta provvidenziale per Telesca, che altrimenti si sarebbe ritrovato in un caso di incompatibilità scolastica per un contenzioso pendente con la carica di consigliere comunale, e ancor più di sindaco. Fatta salva ogni residua considerazione sull’opportunità, in caso di elezione a sindaco, di mantenere per sé i mandati di polizia municipale e di sicurezza.

 
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