sotto il Pirellone per denunciare la grave situazione causata dalla presenza incontrollata di cinghiali nella zona. In Lombardia i danni ammontano a 6 milioni di euro.

sotto il Pirellone per denunciare la grave situazione causata dalla presenza incontrollata di cinghiali nella zona. In Lombardia i danni ammontano a 6 milioni di euro.
sotto il Pirellone per denunciare la grave situazione causata dalla presenza incontrollata di cinghiali nella zona. In Lombardia i danni ammontano a 6 milioni di euro.

Coldiretti Cremona presente con una numerosa delegazione a Milano, per prendere parte alla mobilitazione in piazza Duca D’Aosta, proprio sotto il Pirellone per denunciare la grave situazione causata nella zona dalla presenza ormai incontrollata di cinghiali.

Ammontano, infatti, ad almeno sei milioni di euro i danni provocati in un anno da questi ungulati nelle campagne lombarde, con attacchi e razzie che distruggono raccolti, produzioni, pascoli, e costringono gli allevatori a intervenire per ripristinare quanto rovinato, eseguire periodicamente lavori effettuare la manutenzione sugli strumenti installati per cercare di fermare le incursioni, nonché affrontare le perdite di produzione, quota di mercato e redditività.

È quanto stima Coldiretti Lombardia in occasione della protesta in piazza Duca d’Aosta a Milano con un migliaio di agricoltori che si sono radunati davanti a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, per denunciare con le loro dolorose esperienze una situazione che sta mettendo a dura prova la sanità. , problemi sociali, economici e ambientali. Al loro fianco anche sindaci e rappresentanti delle istituzioni locali. Guidato dal delegato confederale Giovanni Benedetti e il regista Giovanni Roncallipresente la delegazione degli agricoltori di Coldiretti Cremona e rappresentanti del territorio cremonese tra cui diversi sindaci e il presidente della provincia Mirko Signoroni.

“L’obiettivo della mobilitazione di Milano – dichiara Gianfranco Cominciolipresidente Coldiretti Lombardia – è quello di applicare immediatamente a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”.

In Lombardia il problema dei cinghiali, che si aggiunge ai danni causati da altre specie selvatiche o invasive con cui gli allevatori sono costretti quotidianamente a confrontarsi, si è aggravato anno dopo anno. “Al presidio nel capoluogo lombardo – spiega la Coldiretti regionale – è stata allestita una mostra con alcuni dei prodotti agricoli più attaccati da questi ungulati: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni di questi animali sui prati, al mais, la cui semina viene decimata se non eliminata ; dalle patate ai piccoli frutti ricercati come alimento, ma anche il riso che viene schiacciato al loro passaggio, vigneti dove le piante più piccole vengono sradicate mentre si mangia il frutto maturo. Danni si registrano anche negli oliveti – spiega Coldiretti Lombardia – con cinghiali che scavano vicino alle radici delle piante, compromettendone la stabilità”.

“Questi animali – continua la Coldiretti – sconvolgono gli equilibri ambientali di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Senza dimenticare che i cinghiali hanno una responsabilità fondamentale nella diffusione della Peste Suina Africana (PSA), la malattia, non trasmissibile all’uomo, che mette in pericolo gli allevamenti di suini e con essi un intero settore che in Lombardia vanta produzioni d’eccellenza come il salame di Varzi DOP, Il salame Brianza e il salame Cacciatora, specialità locali come il tradizionale salame cremonese e gioca un ruolo fondamentale nella creazione di grandi campioni del Made in Italy come il prosciutto di Parma DOP e il prosciutto di San Daniele DOP”.

Ma gli animali selvatici mettono a rischio anche l’incolumità delle persone, attraverso incursioni sempre più frequenti nei centri urbani, provocando scontri e incidenti su strade e autostrade. Nel 2023, secondo i dati Asaps (l’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale), a livello nazionale si sono verificati 193 incidenti con morti o feriti che hanno coinvolto animali: l’88% di questi è stato causato da un animale selvatico. La Lombardia è la seconda regione per numero di incidenti con animali, insieme alla Campania, con 20 episodi in un anno, dietro solo alla Toscana che ne ha registrati 23.

“La riparazione delle recinzioni danneggiate o l’installazione temporanea di recinzioni elettrificate sono di scarsa o nessuna utilità – sottolinea la Coldiretti – mentre l’impatto ad alta velocità di un’auto o di una moto contro la massa di un cinghiale adulto può avere conseguenze fatali e drammatiche per conducenti e passeggeri”. Quelle dell’alba e del tramonto sono le ore più a rischio. “Il problema – sottolinea la Coldiretti – è che non sempre i cinghiali restano sul luogo dell’incidente, dato che l’animale, anche se ferito, si rifugia nella boscaglia o nei prati, oppure accade che lo schianto contro un albero, una pietra lunga un miglio oppure lo sbandamento e l’uscita di strada controllati proprio per evitare l’impatto con l’animale che scappa senza lasciare tracce”.

 
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