Pesaro, schiaffi e morso sulla guancia dell’amante stalker, 50enne assolto. Non ha accettato l’addio – .

Pesaro, schiaffi e morso sulla guancia dell’amante stalker, 50enne assolto. Non ha accettato l’addio – .
Pesaro, schiaffi e morso sulla guancia dell’amante stalker, 50enne assolto. Non ha accettato l’addio – .

PESARO Il morso sulla guancia e l’intrusione nella cena tra amici. Ieri la sentenza per una vicenda riguardante a amore “tossico”. tra due amanti e che ha visto finire sul banco degli imputati un 50enne pesarese accusato di aver ferito la donna. Lui, difeso dagli avvocati Rosti e Ragaini, voleva troncare quella relazione ma lei non ne voleva sapere. La donna, quarantenne, (difesa dall’avvocato Vellucci), sarebbe stata molto gelosa. Non voleva davvero porre fine a quella relazione clandestina.

Scene di gelosia, stalking, litigi, incontri e telefonate a raffica. Durante questa turbolenta relazione, il 15 agosto di 4 anni fa, la signora 40enne pare si sia presentata ad una cena tra amici comuni, in una casa di Trebbiantico, ad un banchetto al quale non era stata invitata. Ne sarebbe nata una discussione accesa al punto che era volato ben più che parole, compresi schiaffi e pare anche un morso per il quale sarebbe stata proprio la donna ad avere la peggio. Vista la brutta situazione, è uscita di casa e ha chiamato un taxi per allontanarsi. Poi la stessa donna ha deciso di recarsi al pronto soccorso ed esporre l’esito della rissa. Così tre giorni dopo i fatti ottenne un referto medico che prescriveva una prognosi di 10 giorni per abrasioni facciali e quel morso sulla guancia sinistra in cui erano visibili i segni di entrambe le arcate dentarie. Da qui l’accusa di lesioni.

Cinque mesi prima auto in fiamme

C’è anche un altro fatto, che non è stato archiviato e che non ha mai dato luogo a procedimento. Cinque mesi prima di quella discussione avvenuta nell’agosto 2020, la donna che non voleva rinunciare al racconto finito avrebbe dato fuoco all’auto dell’imputato. La denuncia della donna è stata alla base del processo nato da questi fatti e conclusosi ieri. il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 6 mesi ma il giudice la pensava diversamente. Infatti ha assolto l’uomo perché il fatto non sussiste, ritenendo le prove contraddittorie. L’avvocato Vellucci, che aveva chiesto anche 7mila euro di risarcimento, è pronto a leggere le motivazioni e proporre ricorso.

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Corriere Adriatico

 
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