Prato, Lineapiù annuncia trenta licenziamenti. La proprietà imputa il costo dell’energia a Il Tirreno – .

Prato, Lineapiù annuncia trenta licenziamenti. La proprietà imputa il costo dell’energia a Il Tirreno – .
Prato, Lineapiù annuncia trenta licenziamenti. La proprietà imputa il costo dell’energia a Il Tirreno – .

PRATO. Alessandro Bastaglititolare di Lineapiù, l’azienda che produce filati per maglieria e impiega oltre 120 persone, aveva cominciato a mettere le mani più di un anno e mezzo fa. «Siamo in grossi guai, i costi sono ormai fuori controllo. Dimmi come possiamo andare avanti» aveva detto a fine ottobre 2022 a Il Sole 24 Ore.

Un anno e mezzo dopo i timori si sono avverati e i lavoratori rischiano di pagarne il prezzo. Alla fine di maggio Lineapiù ha avviato la procedura per il licenziamento di 30 dipendenti, praticamente uno su quattro. La notizia, complice la campagna elettorale in corso, è passata un po’ inosservata e ora riemerge, mentre sono in corso i colloqui con il sindacato per capire se ci saranno davvero dei licenziamenti. La vicenda è seguita dalla Filctem Cgil di Prato con il suo segretario Juri Meneghetti perché, nonostante la sede Lineapiù sia pochi metri oltre il confine provinciale, nel territorio del comune di Campi Bisenzio, l’azienda fa sempre parte del distretto tessile pratese e i suoi dipendenti provengono in gran parte dalla provincia di Prato, oltre che da dalla pianura fiorentina.

Appena ricevuta la notifica dell’apertura della procedura, il sindacato si è incontrato con i proprietari e ha chiesto di ricorrere agli ammortizzatori sociali, un po’ di cassa integrazione per capire se è possibile superare la crisi e ripartire, possibilmente riducendo il numero dei licenziamenti. Questi ultimi sono distribuiti in tutti i reparti dell’azienda.

Al momento c’è una situazione di stallo. La richiesta di Filctem non è stata formalmente accolta e le parti dovranno incontrarsi nuovamente nei prossimi giorni. Se l’accordo non si trovasse, sarebbe un’estate amara per una trentina di famiglie

La proprietà incolpa gli aumenti dei prezzi dell’energia

Nell’ottobre 2022 Alessandro Bastagli aveva lanciato l’allarme sull’impennata dei costi energetici. «Le nostre lavorazioni esterne, dalla roccatura alla ritorcitura fino alla filatura – ha spiegato – non riescono più a far fronte a questi costi. Due di loro chiuderanno l’attività a fine anno, due ci informeranno degli aumenti di prezzo di mese in mese in base alle tabelle energetiche dell’associazione industriale, altri due hanno già applicato aumenti dal 30 al 40%”.

Le bollette di Lineapiù, che possiede due filande interne e una tintoria, sono aumentate nel 2022: la bolletta del metano è passata da 166.681 a 991.000 euro, la bolletta dell’energia elettrica da 373.061 a 760.000 euro. Il costo dell’acqua è passato da 161.885 euro a 238.423.

Ciò non ha impedito a Bastagli di aprire l’azienda alla collaborazione con l’Istituto Buzzi, all’inizio del 2023, per sopperire al pensionamento di una decina di filatori, e di rinnovare il parco macchine di tintura. E di spostare la sede di A.Moda, un’altra delle sue aziende, da Scarperia a Capalle, di fronte alla sede di Lineapiù, per facilitare la circolazione delle merci.

Ora, però, la fiammata dei prezzi elevati dell’energia sembra essere passata, ma evidentemente i problemi erano strutturali e ora vengono al pettine. Si prevede che le trattative con il sindacato sui licenziamenti richiederanno molto tempo.

 
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