Il ruggito amorevole degli anni ’70. Ecco la Pesaro che non esiste più – .

Il ruggito amorevole degli anni ’70. Ecco la Pesaro che non esiste più – .
Il ruggito amorevole degli anni ’70. Ecco la Pesaro che non esiste più – .

PESARO

“Mio Fratello I” è un film che tutti dovrebbero vedere. L’opera è in programma questa sera alle 21 al cinema Solaris, alla presenza del regista pesarese Paolo Baldelli e per iniziativa dei volontari dell’Auser Pantano. Ci sono diversi motivi per non perdere l’occasione. Il primo è che si tratta di un film straordinariamente moderno, pur essendo stato girato cinquant’anni fa: tra l’altro affronta il tema dell’inclusione, o meglio del razzismo, scandito da parole allora considerate di uso comune oggi offensive come “negro ”.

Questo tema viene interpretato con candore e fascino dalla protagonista principale del film, la bella attrice americana Norma Jordan, oggetto di particolare attenzione alla quale risponde con l’animo ferito e un sorriso silenzioso. C’è poi un secondo motivo per cui ogni pesarese dovrebbe andare al cinema questa sera: il film è stato girato a Pesaro negli anni ’70 e grazie alle immagini di Paolo Baldelli si vede una città che non esiste più. Non solo Pesaro, ma anche Fano e Monte Giove, dove furono girate altre scene di struggente romanticismo. Tutto il sapore salato degli anni ’70, così carico di pathos, trasporto, voglia di libertà e rottura di tutto ciò che lo incatena, traspare in questo film in bianco e nero sottotitolato, dove le voci dei protagonisti sembrano tracce polverose sepolte nel tempo che riemergono ora, incredibilmente, mezzo secolo dopo, grazie al restauro della pellicola che Paolo Baldelli dice di aver girato mosso da “principi etici e dal desiderio di incoraggiare anche il rispetto degli altri e dell’ambiente”.

Il finale ha un altro twist di inquietante modernità, con la denuncia dell’uso e dell’abuso del suolo e dell’acqua da parte dell’uomo. C’è molto amore nel film. Tra gli attori, Giulio Cotignoli, il fanese Romolo Eusebi, il protagonista Mario Valdemarin, che tra l’altro poi decise di vivere a Pesaro e aprì un negozio di abbigliamento in centro. Adriano Razzi ha curato gli effetti sonori, Francesca Bacchiocchi è la coordinatrice della post produzione. Resta, alla fine, un dilatante senso di nostalgia per anni in bianco e nero riemersi dall’oblio e per la magia che la macchina fotografica è capace di trasmettere quando è capace di catturare sentimenti e renderli eterni.

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