Tre milioni di test e visite in più. Il Piemonte taglia le liste d’attesa – .

Tre milioni di test e visite in più. Il Piemonte taglia le liste d’attesa – .
Tre milioni di test e visite in più. Il Piemonte taglia le liste d’attesa – .


Stefano Rizzi 07:00 mercoledì 19 giugno 2024

Le prestazioni sono aumentate del 20% rispetto allo scorso anno per i prossimi sei mesi. Offerte commisurate alle richieste per ogni singola prescrizione. Ridurre i tempi ed evitare spostamenti nella regione. Resta il tema Coppa, probabili ritardi della partita


Tre milioni di prestazioni ambulatoriali in più da qui alla fine dell’anno. E la parte più sostanziosa e immediata della ricetta Alberto Cirio ridurre le liste d’attesa e tradotto in pratica nella “cucina” al quarto piano del grattacielo, cioè la direzione regionale della sanità che fa capo a Antonino Sottile“il cuoco” che si occupa di distribuire con cura gli ingredienti e di controllare che nulla venga bruciato.

Un incremento ben del 20% rispetto a visite e test effettuati sul territorio piemontese negli ultimi sei mesi dello scorso anno. E cosa è previsto nel piano in cui Regione Piemonte stiamo lavorando da mesi e nel giro di poche settimane dovrebbe produrre i primi effetti sulla riduzione dei tempi di attesa e, niente meno, sulle risposte alle richieste dei pazienti contenute all’interno di un’area quadrante, senza indicazioni che si riferiscano a lunghi viaggi da un paese all’altro fine del Piemonte all’altro per ottenere quanto dovuto.

Venerdì scorso tutti i vertici delle Asl sono stati convocati alla direzione regionale per avere indicazioni sulla realizzazione di un intervento che non solo aumenta la quantità dei servizi, ma cambia molti criteri rispetto al passato. Innanzitutto, e non è cosa da poco, le aziende sanitarie riceveranno i fondi, prelevati dai 25 milioni stanziati dal Governo, in modo mirato alle prestazioni erogate e le stesse prestazioni saranno messe a disposizione dei pazienti in base alle richiesta dell’ambito territoriale di ciascuna ASL. Ed è questo il criterio su cui si è basata la stesura del piano, cioè calibrare ogni visita specialistica o attività ambulatoriale sulla domanda, fornendo la risposta adeguata da parte del pubblico e, qualora ciò non fosse possibile, acquistando le prestazioni presso i centri accreditati. privato individuale. Tanto che dei tre milioni, una quota di circa 500mila servizi saranno forniti dagli operatori privati ​​che già operano all’interno del sistema sanitario regionale.

Faremo insomma quello che non è mai stato fatto prima, cioè incrociare la disponibilità di ambulatori, laboratori e ambulatori con i bisogni della popolazione di quella zona in un contesto dove le strutture pubbliche e private devono adeguare i propri servizi alle esigenze esigenze dei pazienti, evitando che l’offerta di visite ortopediche ecceda il fabbisogno di quell’ambito, trovandosi di fronte a richieste di esami cardiologici che non trovano adeguata risposta.

Un’altra novità riguarda, come accennato, l’utilizzo di risorse economiche sia per il settore pubblico che per quello privato che vedrà a consuntivo il pagamento dei servizi erogati dalle strutture accreditate, in modo tale da monitorare costantemente non solo la spesa, ma anche il flusso della performance. Con l’aggiunta della specificazione, ASL per ASL, del numero previsto di singoli servizi calibrati su territori abbastanza limitati, in modo tale da spendere al meglio i soldi e, soprattutto, accentuare quel tipo di visita o esame per il quale è previsto maggiore domanda e non eccedere in quelli meno richiesti in quella zona geografica delimitata.

Le direttive date dai direttori generali sono chiare, le risorse finanziarie ci sono, quindi quella che, se non una terapia d’urto, rappresenta sicuramente un cambio di passo importante, dovrebbe presto dare segnali in termini di tempi di attesa, evitando situazioni tutt’altro che sono omogenei su tutto il territorio piemontese per quanto riguarda la risposta alle richieste dei pazienti. Risposte e richieste che, però, spesso incontrano ancora un collo di bottiglia nel Tazzail centro unico di prenotazione, la cui inadeguatezza e le cui carenze sono unanimemente riconosciute come uno degli ostacoli più gravi sulla strada della riduzione delle liste di attesa.

Di un nuovo sistema che sostituisca quello adottato negli ultimi periodi dei consigli regionali di centrosinistra guidati Sergio ChiamparinoAnche lo stesso Cirio ha parlato subito dopo la sua rielezione, annunciando il bando entro la fine dell’estate, anche se nei piani originari il bando era previsto entro giugno e il direttore generale della Azienda Sanitaria Zero Adriano Lelichi in una recente conversazione con lui Bozza aveva evidenziato le gravi carenze dell’attuale Coppa”.E un software che non riesce a stare al passo con le scelte e le decisioni che vengono prese e che devono essere immediatamente applicate”, sostiene Leli che, mentre lavora al capitolato d’oneri, annuncia che “metteremo requisiti che garantiscano un’adeguata flessibilità del sistema, rispetto alle richieste che di volta in volta arriveranno dai vertici sanitari e il call center dovrà avere livelli di servizio adeguati al carico di chiamate”.

Il contratto con l’attuale società fornitrice dei servizi scade a settembre e, quindi, i tempi sono a dir poco stretti. Facile, a questo punto, non escludere uno slittamento sulla tabella di marcia iniziale per vedere in funzione un nuovo centro unico di prenotazione che sarà di aiuto e non, come oggi, un ulteriore onere per chi ha bisogno di una visita o di un esame . Servizi che, anche con un sistema informatico perfetto, devono essere comunque disponibili nella quantità e nei tempi previsti. Che è l’obiettivo principale, verso cui dovrebbe portare l’incremento previsto dal piano appena varato e che probabilmente sarà riconfermato anche per il prossimo anno.

 
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