Le analisi sono iniziate all’inizio di giugno e proseguiranno fino alla fine di settembre con aggiornamenti ogni quindici giorni. Dopo due mesi senza rilevamenti si è registrata una presenza di circa 100-120 cellule per litro, un dato ancora molto basso ma destinato ad aumentare sensibilmente nelle prossime settimane. In genere, infatti, tra luglio e agosto si registra un’intensificazione del fenomeno. Il picco più alto la scorsa estate è stato quello di 11.588 cellule per litro sulla spiaggia di Giovinazzo a metà agosto 2023. In questo caso la segnalazione riguarda il tratto costiero nella zona sud di Molfetta e il litorale di Giovinazzo vicino a Santo Spirito. Il Bari, al momento, vede ancora il dato pari a zero.
In generale si tratta di un’alga di dimensioni microscopiche, originaria delle aree geografiche tropicali e subtropicali, che da più di un decennio è segnalata in numerose zone costiere italiane, non solo pugliesi. Vive abitualmente su fondali rocciosi, colonizzando altre alghe macroscopiche. Considerata la potenziale tossicità della specie, in determinate condizioni si possono verificare degli impatti sulla salute di chi frequenta le coste per scopi balneari, impatti che però possono essere considerati lievi e transitori.
Quando le microalghe sono localmente e abbondantemente presenti, l’azione della tossina nella maggior parte dei casi può essere esplicata con l’inalazione di un aerosol marino, che si forma quasi esclusivamente in presenza di forti venti e mareggiate che seguono periodi di calma abbastanza lunghi. I sintomi, simili a quelli parainfluenzali, compaiono 2-6 ore dopo l’esposizione.
