“In prossimità della faglia dell’Alto Tevere, che può generare forti scosse” – .

“In prossimità della faglia dell’Alto Tevere, che può generare forti scosse” – .
“In prossimità della faglia dell’Alto Tevere, che può generare forti scosse” – .

Le cronache del terremoto non toccano oggi per la prima volta Umbertide, che si trova in una zona considerata altamente pericolosa. Qui nel 1984 si verificò un terremoto di magnitudo 5.6 che causò danni in tutta l’Umbria settentrionale, comprese Assisi e Perugia. In quest’area, ricorda l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sono possibili scosse anche più forti dell’odierno 4.4.

“La sismicità più alta in quest’area si registra verso sud-est, in direzione di Norcia e Amatrice” spiega Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “L’area di Umbertide – prosegue – è studiata con particolare attenzione e monitorata con diversi strumenti, in particolare con il progetto Taboo, perché qui passa la faglia dell’Alto Tiberina, che ha dimensioni di 30 per 60 chilometri. Il timore, essendo cosi’ esteso, è che possa generare forti terremoti, anche se queste sono solo ipotesi. Né per il momento crediamo che lo shock di oggi abbia comportato questa colpa. E è probabile che si siano attivate faglie minori vicine”.

L’Appennino centrale è un’area molto frastagliata dal punto di vista tettonico, con una sequenza di faglie brevi e ravvicinate orientate parallelamente all’Appennino. In corrispondenza di questa catena la crosta terrestre subisce uno stiramento di poco più di un millimetro all’anno. Questo meccanismo è chiamato ‘estensionale’ dai geologi ed è alla base degli ultimi terremoti più forti in Italia, da Norcia e Amatrice nel 2016 a L’Aquila nel 2009.

 
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