“Club da tirare in testa” – Il Tempo – .

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Un 25 aprile divisivo e una parola, “antifascismo”, rimbalzata tra festeggiamenti e proteste. A Prima di domani, il programma di politica e attualità di Rete 4, Bianca Berlinguer ha interrogato i suoi ospiti per fare il punto della giornata. In diretta con #studio, Pietro Senaldi ha preso la parola e ha provato a riflettere sull’uso attuale della parola “antifascismo”. “La parola antifascismo aveva un significato nel 1945. Apparteneva a chi era contro il fascismo e a chi era contro Mussolini. Poi nel corso degli anni non si può negare che la sinistra abbia chiamato Berlusconi, Salvini, Meloni fascisti. Ora essere antifascisti non significa essere contro Mussolini, ma essere contro Berlusconi e gli eredi di Berlusconi, contro Meloni e Salvini. La parola antifascismo veniva usata come una clava da scagliare in testa a coloro che non si riconoscevano nell’ex partito comunista”, ha spiegato.

Bianca Berlinguer ha poi chiesto al condirettore di Libero di approfondire e spiegare meglio il suo punto di vista. “L’antifascismo è stato tradito dalla sinistra, che lo ha utilizzato per battaglie politiche contingenti. Chissà perché la Festa della Liberazione non può essere la festa di tutto il Paese. Il 4 luglio, #giorno dell’indipendenza americana, non è una festa contro l’Inghilterra e la Francia”, ha detto il giornalista. Poi è andato dritto al sodo: “Ora il 25 aprile è una festa per mandare a casa il governo Meloni. Il valore dell’antifascismo è stato svalutato. Non ha più il significato che aveva. Bisognerebbe festeggiarlo diversamente. Ci sono antifascisti, come me, che non si riconoscono negli #antifascisti che erano in piazza oggi”.

 
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