siamo nella storia dell’Inter. Ho voglia di rinnovare” – .

siamo nella storia dell’Inter. Ho voglia di rinnovare” – .
siamo nella storia dell’Inter. Ho voglia di rinnovare” – .

-È vero che sorridi poco come dice Thuram?

Sì, è vero, non sorrido molto, lo dice anche mia moglie.

Tra il pubblico c’è anche lei: «Sicuramente adesso ride di più con i bambini ma è molto serio, quest’anno molto di più. Lui è troppo ordinato, deve avere tutto sotto controllo, tutto deve essere in ordine, tutto piegato, ordinato. Anche lui deve essere perfetto e allineato., ha detto di lui Agustina. Poi l’intervista di Fazio riprende:

-Hai un ordine mentale quindi…

Mi dà tranquillità. Ma per lei è positivo…

-Questo scudetto è arrivato con cinque giornate di anticipo e vincendo il derby: di più…

Dal momento in cui i calcoli parlavano di scudetto in quella data, per noi è diventata una cosa importante e anche bella. Poi vincere contro il Milan, in casa del Milan… Per noi è stata una cosa incredibile, meravigliosa, non era mai accaduta, ci è capitata e ne abbiamo approfittato. Poi le due stelle, siamo nella storia di questo grande club e per noi è molto importante.

-Il giorno del derby pioveva a dirotto…

Il giorno della partita siamo andati ad allenarci come sempre, anche il giorno del derby siamo usciti per giocarci palle morte e uscire dal profondo, abbiamo preparato la partita come sempre. Allevia un po’ la tua ansia, abbiamo preparato il gioco in anticipo. È stato un giorno particolare, speciale, che non dimenticheremo mai.

Era la stessa foto che avevo scattato ai Mondiali, la volevo.

-Perché ti hanno chiamato Toro?

Gioco da punta centrale ma nel modulo che abbiamo all’Inter cambio continuamente, vado a giocare anche più vicino ai compagni, ma mi chiamavano Toro per la mia forza già al Racing.

-Questo campionato arriva dopo la sconfitta in finale di Champions League: anche le sconfitte servono…

Sì, certo, quel viaggio in Cl è stato fondamentale. Arrivare in finale in quella competizione è difficile perché ci sono giocatori e squadre molto forti e non è facile arrivare in fondo. Fin dall’inizio abbiamo giocato ottime partite su campi difficili.

-Il gol più bello dei tuoi 177 gol segnati (128 in nerazzurro, ndr?)?

Quella della semifinale di CL contro il Milan per quello che contava la partita, una semifinale di CL arrivata dopo tantissimo tempo.

-Sei anni fa sei arrivato dal Racing su segnalazione di Milito, in prova lo hai sostituito?

Nel 2018 l’ho sostituito nel Racing, cosa che mi rimane nel cuore. Mi ha dato una grandissima mano, avevo 18 anni e lui veniva dall’Inter e mi ha insegnato tantissimo.

Ho giocato con il 10 in Argentina, ho chiesto ad Ausilio se potevo usarlo, mi hanno detto che ci penseremo un attimo ma mi hanno dato il 10 quando sono arrivato a Milano.

Non ho avuto la possibilità di incontrarlo, conosco il suo agente, ma Diego dopo è stato male.

Siamo compagni. Parliamo di un giocatore che ha segnato nel calcio, anche in allenamento vedi cose che ti sembrano strane, fa un altro sport, a volte si inventa cose che non hai mai visto e ogni volta fa qualcosa di nuovo. E’ un animale da competizione, non rinuncia a nulla.

-Le tue vittorie con Inter e Argentina: c’è ancora un sogno dopo il Mondiale?

-Hai mai incontrato Papa Francesco?

No, ma so che è tifoso dell’Argentina, mi piacerebbe incontrarlo. Quando ho un po’ di tempo voglio andarci e ovviamente anche lui deve avere tempo, soprattutto lui.

-Sei nato a Bahia Blanca e ricordi che la palla era sempre lì…

Mio padre giocava, sì. Mia nonna è una delle prime calciatrici che hanno giocato nella mia città, era la mamma di papà e io lo seguivo, lei è stata professionista in Serie B per tre anni. Mi ha insegnato l’amore per questo sport, la disciplina e il rispetto. Non era un papà che si prendeva troppo cura di me, mi lasciava libero di fare le cose e mi dava i suoi consigli, ma ha sempre rispettato me, me e i miei fratelli.

-Adesso corri per Nina e Theo?

Mi hanno cambiato la vita, cercherò di insegnare loro dei valori, di farli crescere con umiltà e rispetto, nel rispetto della famiglia, dell’amore, dei valori veri.

-Hai debuttato a Liniers?

Sì, avevo 15 anni. Sempre sobrio nel look ma lì prima del debutto ti tagliarono i capelli…

-Contratto con l’Inter fino al 2026: rinnovo o vieni a lavorare al nove?

Vengo a lavorare con te…

-Tu sei la bandiera dell’Inter, quindi per il rinnovo…

Si dice così. Da quando sono arrivato all’Inter, tutte le persone che lavorano qui, tutti i tifosi mi hanno trattato in modo speciale e di questo sono grato. Da quando ho iniziato a giocare a calcio dico sempre che non si sa mai, ma so che sto bene al Milan e ho voglia di rinnovare con l’Inter e spero che questa cosa si possa chiudere.

Prima i miei figli sì, poi sono arrivati ​​ed è cambiato tutto, sono cambiate le priorità, sono cambiata io. Un messaggio per loro? Che li amo tantissimo e che dedico anche a loro questo guest post.

-Puoi provare a descrivere cosa si prova quando vinci il campionato?

Mi sono ricordato molto di due anni fa, di quell’estate in cui ero arrabbiato, ti vengono in mente immagini e sensazioni. Pensi subito ai tuoi figli, ho iniziato a vincere quando tre anni fa è nata Nina, mia figlia.

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