«Scurati e Saviano si fecero pubblicità». Lo scherzo a De Luca? «È venuta da me in macchina» – .

«Scurati e Saviano si fecero pubblicità». Lo scherzo a De Luca? «È venuta da me in macchina» – .
«Scurati e Saviano si fecero pubblicità». Lo scherzo a De Luca? «È venuta da me in macchina» – .

Giorgia Meloni torna a parlare dell’attacco di Claudio Borghi al Quirinale, dicendosi «molto contenta» che Matteo Salvini «abbia chiarito perché era importante farlo soprattutto il 2 giugno, giornata a mio avviso in cui vanno evitate polemiche in quanto quanto più possibile”. Lo ha fatto durante l’episodio di Quarta Repubblica, in onda stasera su Rete4. Ma già ieri erano circolate voci di una telefonata a Salvini da Palazzo Chigi, in cui il presidente del Consiglio dichiarava: «Chiedere le dimissioni di Mattarella in questo modo è un errore che non porta consensi, anzi. È stato un grosso errore”. Salvini ha poi provato a gettare acqua sul fuoco dichiarando: «Nessuna polemica con il presidente della Repubblica. Il 2 giugno è la festa degli italiani e la sovranità italiana viene prima di ogni appartenenza. Con tutto il rispetto per il Quirinale, oggi è la festa degli italiani”.

Una strategia della sinistra

A Quarta RepubblicaLa Meloni si è però mostrata vicina al primo posto nello Stato, e non per ragioni elettorali. Lei, infatti, ha sottolineato che le “presunte divergenze” tra Mattarella e il governo nascono da una strategia politica dei suoi avversari, contrari alla premiership. Non abbiamo optato per il “semipresidenzialismo alla francese”, ha dichiarato Meloni, per andare incontro all’opposizione che chiedeva di “non toccare i poteri del presidente della Repubblica. Ho deciso di cambiare la riforma e non hanno avuto il tempo di aggiornare la strategia. Quindi continuano a nascondersi, a rifugiarsi dietro la difesa del Capo dello Stato, i cui poteri non sono stati intaccati. E così facendo, secondo me, mancano di rispetto anche al Presidente della Repubblica che non dovrebbe essere trascinato in queste dispute politiche per la debolezza dei partiti”.

Il caso Saviano? Pura «pubblicità»

La Meloni ha colto l’occasione per dire la sua anche su altri temi che hanno suscitato polemiche negli ultimi giorni. Come quella conseguente all’esclusione di Roberto Saviano dalla Fiera del Libro di Francoforte, che ha provocato la presa di posizione di altri autori di spicco, che a loro volta hanno scelto di disertare la manifestazione. «Su Saviano e soci, al di là del tema dell’amicizia, della censura, di destra o di sinistra, vedo soprattutto pubblicità», ha dichiarato la Meloni a Quarta Repubblica. «Sapevate – ha continuato rivolgendosi a Nicola Porro – che Saviano ha scritto un altro libro? No neanche io. Ora lo sappiamo. Sapevate che Scurati aveva scritto un altro libro prima che scoppiasse la polemica sulla censura? Questa roba qui è per la pubblicità. Quando qualcuno deve presentare qualcosa di nuovo, mette in moto tutto il can can della censura per pubblicizzarlo. Bella, giusta e anche intelligente ma non la chiamiamo rivoluzione. Si chiama guadagnare di più, ed è un’altra cosa”.

Sulla Rai? Nessuna censura

A proposito di Scurati, che in trasmissione avrebbe dovuto recitare un monologo sull’antifascismo Cosa sarà… di Serena Bortone, inevitabile toccare il tema della censura in Rai. Anche su questo argomento la Meloni ha alcune cose da chiarire: «Io non guardo molto la tv, per trovare i dati su TeleMeloni ho dovuto studiarli perché c’erano tutte le polemiche su TeleMeloni. Allora sono andato a prendere i dati dall’Istituto Pavia. Non è questione di essere più o meno rappresentati, perché non chiedo alla Rai di rappresentarmi. Ho semplicemente detto e continuo a credere che la Rai deve essere plurale, deve dare spazio a tutti. In passato non avevamo una Rai che dasse spazio a tutti. Perché sono stato lì dall’altra parte.

«Io c’ero – ha aggiunto il leader di FdI – quando Fratelli d’Italia aveva 6 e più voti ed era presente al Tg1 con una percentuale che si aggirava intorno al 2%, raccolta tra l’edizione di mezzanotte e quella delle 6 di mattina. del mattino. Sono stato in quel mondo, non mi sono lasciato ingannare, è chiaro? Ho visto la censura, ho visto cos’era la censura, ho visto cosa significava far parte di chi non era nella ristretta cerchia di chi comanda. Quindi non sostituirò mai quel sistema di potere con un sistema di potere diametralmente opposto che fa la stessa cosa. Voglio la libertà, perché secondo me questo è il servizio pubblico”.

La battuta a De Luca

La Meloni, infine, è tornata anche su quanto accaduto a Caivano qualche giorno fa, quando il premier Giorgia Meloni ha stravolto la scena durante l’inaugurazione di un centro sportivo presentandosi al governatore Vincenzo De Luca come “quella cagna della Meloni”. Uno scherzo che, sostiene il premier, le è venuto “in macchina” mentre si dirigeva verso il luogo dell’inaugurazione. Il conduttore Nicola Porro le ha quindi chiesto se la sua ironia sia una misura della sua governabilità, e il presidente del Consiglio ha quindi risposto: «Leggo poco, soprattutto gli articoli che parlano di me. Ma ogni tanto mi arrivano delle ricostruzioni di come si sarebbero sviluppate le cose che faccio e sono geniali: meeting, studi, aziende pagate… Non ho consulenti americani”.

«Io – ha proseguito – sono una persona molto spontanea e mi sono data una regola: sii te stessa, perché tanto non puoi sembrare una persona diversa. Forse può sembrare così a breve termine, ma penso che le persone debbano sceglierti o non sceglierti guardando chi sei. Quindi se penso di fare qualcosa, tendo a farla. Se qualcosa mi fa sorridere, sorrido”.

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