4 su 5 contro i primi 10 – .

4 su 5 contro i primi 10 – .
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Ci sono anche i primi 10 giocatori che hanno un record negativo contro i primi 10, e poi c’è Fabian Marozsan. Sfide giocate contro le prime 10 del mondo? Cinque. Sfide superate? quattro. Ha perso solo due settimane fa a Indian Wells contro Carlos Alcaraz, lo stesso che aveva bevuto di blunt nel 2023 agli Internazionali BNL d’Italia, quando al debutto nel massimo circuito l’ungherese comparve quasi dal nulla e provocò uno dei i turbamenti più rumorosi degli ultimi anni. Poi batterà anche Ruud a Shanghai, poi prima Rune e poi De Minaur al Miami Open, dove raggiungerà per la seconda volta i quarti di finale di un Masters 1000. Questi sono sicuramente i suoi tornei: ne ha giocati quattro ed è arrivato due volte ai quarti e due agli ottavi, guadagnarsi di nuovo il titolo uccide i grandi del circuito.

La sua ascesa è davvero prepotente: a Un anno fa non aveva mai giocato una sola partita nel Major Tour, ma dal Foro Italico in poi tutto è cambiato e con i 200 punti raccolti all’Hard Rock Stadium il 24enne di Budapest si è assicurato un posto nella top 40 del ranking mondiale. “Le mie vittorie contro i primi 10? È sicuramente una statistica speciale. Ma il mio approccio alle sfide contro il più forte è uguale a tutti gli altri. Come sempre, cerco di fare del mio meglio. Il successo di Roma contro l’Alcaraz è stato la svolta, e negli ultimi 6-7 mesi sono migliorato e cresciuto più di quanto mi aspettassi. Sicuramente il fatto che a certi livelli sia ancora nuovo può essere un vantaggio, perché gli avversari non hanno ancora imparato a conoscermi. Ma non ci penso: cerco di godermi il più possibile il momento e il grande circuito in generale. Per me è ancora tutto nuovo.”

Infatti come detto un anno fa era fuori dalla top 100, tanto che rimane ancora stupito quando mette piede nei grandi stadi del Tour, come quello di Miami dove in un’ora mise KO Rune. Ma un bel giorno capisce che la sua dimensione doveva essere diversa dai tornei Challenger perché le armi sono di altissima qualità. Il bunt è il primo che colpisce (e fa un male terribile), ma Marozsan è cresciuto anche nel servizio, ha imparato presto a reggere il ritmo di un Tour in scambi lunghi, e con grandi risultati sta diventando uno dei nomi ricorrenti nei grandi tornei. Affinché ci si chiede se lui stesso potrebbe diventare uno di quei top player contro i quali vince il più delle volte.

Sicuramente rispetto a tanti altri è arrivato con più calma, forse anche per quella pigrizia che nella sua tessera ATP definisce il suo peggior difetto. Lo sarebbe per chiunque, a maggior ragione per un atleta professionista, ma questo non gli impedisce comunque di fare molta strada. “Quando inizi a vincere partite di alto livello – ha detto ancora – la consapevolezza cresce di conseguenza. Soprattutto quando ti rendi conto che non ne vinci uno ogni tanto, ma diversi uno dopo l’altro (tra Indian Wells e Miami ne ha già vinti sette, ndr). Ho fatto ottime cose in California, poi sono arrivato a Miami con tanta fiducia e tanta fame di vittorie”.

Il suo primo obiettivo per il 2024 era raggiungere la top-50, e ci è riuscito in meno di tre mesi, mentre il secondo è chiudere l’anno tra i top-30. Un altro obiettivo che non spaventa affatto, viste le prestazioni che ha. mostrando e l’abitudine – da grande giocatore – di giocare il suo miglior tennis quando la posta in gioco è più alta.

Ora, non gli resta che rendersi conto che il circuito maggiore gli appartiene a tutti gli effetti, qualcosa che a giudicare da un episodio accaduto dopo il successo contro Rune non ha ancora compreso appieno. Marozsan stava rispondendo alle domande dei giornalisti nella zona mista del Centrale quando è arrivato Alex De Minaur per fare lo stesso. Subito, senza che nessuno gli chiedesse nulla, l’ungherese ha suggerito ai presenti di sposarlo un po’ più a destra, per lasciare spazio alla prossima top-10.

Un atteggiamento genuino che è ottimo per descrivere il personaggio di Marozsan, qualcuno che fuori dal campo si muove ancora in punta di piedi ma dentro fa sempre più rumore. Tanto che avrebbe fatto uno scherzo a quel top 10 dei giocatori a cui avrebbe voluto dare la scena tre giorni dopo e lo avrebbe mandato a casa. Il prossimo avversario Alexander Zverev, uno di quei top-10 giocatori che hanno subito più sconfitte che vittorie contro i top-10. Dalla sua percentuale di successo dell’80%, Anche Marozsan ha qualcosa da insegnargli.

 
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