Sabato a Sant’Orso – .

“Chi fa sport non crede che il tempo passi davvero, perché si sente sempre giovane”. Nino Ramires, storico patron del Giro della Valle scomparso nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 giugno all’età di 92 anni, aveva scritto questa dedica su una copia del libro “Il Giro Ciclistico della Valle d’Aosta”. Una dedica che – rileggendola adesso – lo è l’essenza stessa dello storico patron del Petit Tourun uomo dal cuore generoso che spesso si gettava oltre l’ostacolo, anche se l’ostacolo sembrava insormontabile.

Quarant’anni di storia del Giro della Valle d’Aosta

Uno scatto nel 2001 con il giovanissimo Damiano Cunego, vincitore del Giro d’Italia professionisti tre anni dopo, nel 2004

Chi fa sport resta giovane, diceva Nino Ramires (Giovanni, nato). E nel vedere la sua emozione ogni volta che parlavamo di ciclismo e di campioni che aveva visto nascere, finivi per crederci veramente.

In realtà gli anni passarono, a volte velocemente, ma Nino ebbe sempre l’entusiasmo che lo aveva accompagnato nell’inverno tra il 1961 e il 1962. Aveva appena trent’anni e i suoi capelli erano rosso vivo: insieme ad un gruppo di appassionati del pedale gettò le basi affinché nascesse la prima edizione del Giro ciclistico della Valle d’Aosta. La leggenda narra che si trattasse di un viaggio in Francia, per seguire una corsa a tappe alla quale partecipò il defunto ciclista aostese Osvaldo Bassiper far scoccare la scintilla. “Perché non provare a fare qualcosa di simile anche qui?”, si sono chiesti Nino Ramires e gli altri.

Pochi mesi dopo, esattamente il 6 settembre 1962, nasceva il Giro della Valle. La prima semitappa con partenza e arrivo a Pont-Saint-Martin non poteva avere un vincitore qualunque: si è imposto Italo Zilioliil ciclista che ha letto brani di Saffo, Eschilo, Shakespare, Leopardi, Poe, Baudelaire, Sartre e Freud, ma che di tanto in tanto picchiava anche un certo Eddy Merckx.

Presidente dell’organizzazione Adolfo Cretonvice Giovanni Pieropan: Walter Lain E Giovanni Cossavella erano direttore di gara e co-direttore, Raymond Jans segretario amministrativo insieme a Giovanni Capursoi fratelli Ramires (John disse Nino, Ettore E Domenico) con Marino Centelleghe personale di servizio del traguardo volante.

Concretamente? Incrocia le dita, supera il gruppo a tutta velocità, ad esarrivare prima degli atleti al Gran Premio della Montagna o alla sprint cashin modo tale da annotare correttamente su apposito libretto i numeri degli atleti transitati per primi.

Insieme a Nino Defilippis, monumento del ciclismo, al via di una tappa del Giro della Valle d'Aosta
Insieme a Nino Defilippis, monumento del ciclismo, al via di una tappa del Giro della Valle d’Aosta

Oggigiorno troppo spesso non si evoca più il ciclismo eroico di Coppi e Bartali, ma il ciclismo vero, fatto di passione (tanta), ambizione (fondamentale), buona volontà (tanta) e tanta, tanta amicizia. Nino Ramires, nei suoi quarant’anni trascorsi al Giro della Valle, ha probabilmente ricoperto tutti i ruoli della corsa: nelle ultime edizioni, con la sua Volkswagen Variant, ha anticipato il leader della corsa, cioè la vettura che segnala l’imminente arrivo di una corsa ciclistica. Da solo, con la sua auto, ha controllato un’ultima volta la direzione del percorso, la presenza di personale di polizia o di volontari agli incroci pericolosi e ha individuato potenziali pericoli. Insomma: un ruolo fondamentale ma di cui si accorgono solo gli addetti ai lavori.

Ma a volte la passione ha preso il sopravvento ed è capitato – raramente – di ritrovare la sua Volkswagen Variant parcheggiato sul ciglio della strada in attesa di vedere passare i ciclisti. Solo un attimo, il tempo di vedere il gruppo sfrecciare a ottanta all’ora e di provare a distinguere al suo interno quel talentuoso ragazzo che avevi battezzato come possibile campione.

Il buon Nino ci portava spesso, dimostrando che la sua passione per il pedale andava di pari passo con la sua profonda conoscenza della disciplina. Nella sua casa nel Saraillon ad Aosta è stato lì fino a qualche anno fa una sala dedicata al Giro della Valle e ai ricordi di quarant’anni di ciclismo. Foto, soprattutto, ma anche video in quantità industriale. Album di tutte le edizioni della corsa, ricordi di trasferte a gare professionistiche in cui i capelli rossi di Nino – divenuti grigi con il passare del tempo – venivano facilmente riconosciuti da quei campioni affermati che erano arrivati ​​solo giovanissimi, timidi e pieni di entusiasmo. qualche anno prima. speranze al Giro della Valle.

Le reazioni dei suoi campioni

Nino Ramires insieme ad un giovanissimo Giuseppe Saronni
Nino Ramires insieme ad un giovanissimo Giuseppe Saronni

La notizia della morte di Nino Ramires è diventata rapidamente virale nel piccolo mondo del ciclismo. “La notizia mi rattrista perché riaffiorano dei bei ricordi. Una persona speciale, che ha guidato il Giro con passione e autorità”Egli ha detto Italo Zilioli. Gilberto Simoniche prima di vincere due Giri d’Italia vinse il Petit Tour nel 1992, era molto affezionato a Nino Ramires: “Un pezzo della mia storia che se ne va”. Olivano Locatellilo ricorda il direttore sportivo più vincente della storia del Giro della Valle “Come un ragazzo duro, con il quale ho avuto un ottimo rapporto”. Wladimir Belliuna delle voci del ciclismo di Eurosport e vincitore del Giro del 1991, lo ha ricordato durante la telecronaca della tappa Lubjana – Nova Gorica del Giro di Slovenia.

E poi ci sono gli amici di sempre. Cesare Cossavella, figlio di Giovanni, ne parla come “Di colui che ha saputo portare il Giro dal livello artigianale a quello semiprofessionale”.

Un pezzo di storia del Giro della Valle d'Aosta: Nino Ramires, a sinistra, insieme a Cesare e Giovanni Cossavella
Un pezzo di storia del Giro della Valle d’Aosta: Nino Ramires, a sinistra, insieme a Cesare e Giovanni Cossavella

Il Petit Tour perde il suo Patrono

Nino Ramires fu tra i fondatori del Giro agli inizi degli anni Sessanta, ma trent’anni dopo ha avuto l’idea di creare un’azienda ad hoc – la Società Ciclistica Valle d’Aosta – che si assumerebbe il compito di organizzare la corsa, precedentemente affidato a sua volta alle società ciclistiche operanti nella regione. Organizzare la gara diventava ogni anno più difficile ma lui, nonostante le crescenti difficoltà, in qualche modo riusciva sempre a trovare un modo per far iniziare (e finire) la gara.

L’impegno è stato assoluto, e senza timore di smentita possiamo dire che Ramires ha spesso sacrificato gli affetti familiari per il Petit Tour. In primavera è andato a caccia di luoghi di tappa e sponsor, dopo la gara fece di nuovo il giro per pagare i conti del viaggiospesso anticipando di tasca propria soldi che sarebbero arrivati ​​nelle casse dell’azienda solo qualche tempo dopo.

Nel mezzo di le emozioni di una macchina organizzativa che cresceva a dismisura, sguardi fugaci ai campioni di domani e tanti aneddoti. Nella sua stanza-museo sulla collina di Aosta aveva incorniciato un verbale della polizia del Canton Vallese che lo accusava di aver guidato un centinaio di ciclisti e altrettante moto e auto a velocità superiori ai limiti consentiti. E poi c’era stata la multa per l’uso delle frequenze radio, di qualche milione di lire: negli anni aveva imparato a riderci sopra, ma quegli intoppi organizzativi – che probabilmente avrebbero convinto chiunque a lasciare il lavoro – di sotto rafforzavano le idee di Nino. passione per il suo Giro. “I miei premi al merito sportivo”amava definirli.

C’era però un ricordo che spesso prendeva il sopravvento, perché certe cose non si dimenticano mai. La morte di Diego Pellegrini, caduto durante la discesa del San Carlo durante il Giro del 1993, aveva lasciato in lui un segno indelebile. Per anni era rimasto in contatto con la famiglia del ciclista di Ranica, instaurando un rapporto di affetto e amicizia con i genitori di quello sfortunato ragazzo. Probabilmente in quel settembre del 1993 qualcosa cambiò e l’entusiasmo di Nino non fu più lo stesso. C’è voluto però molto tempo prima che si concretizzasse un cambiamento al vertice del Giro della Valle, ma forse la verità è che pochi – o forse sarebbe meglio dire nessuno – hanno voluto assumersi un impegno oneroso come quello ha assunto. Nino Ramires dovette attendere il 2005, e l’arrivo di Vasco Sarto, per consegnargli il testimone che portava con orgoglio da oltre quarant’anni.

Nino Ramires premia Maurizio Vandelli, vincitore del Memorial Diego Pellegrini al Giro della Valle nel 1996
Nino Ramires premia Maurizio Vandelli, vincitore del Memorial Diego Pellegrini al Giro della Valle nel 1996

La fabbrica di mobili, il negozio di articoli per bambini e una famiglia speciale

La caricatura di Nino Ramires realizzata dal fumettista Marco Ghiglione
La caricatura di Nino Ramires realizzata dal fumettista Marco Ghiglione

Nino Ramires è nato ad Aosta il 9 gennaio 1932, ultimo di otto fratelli e sorelle, purtroppo tutti deceduti. Il padre, Nicola, era arrivato in Valle direttamente da Trani, in Puglia, e con i figli più grandi aveva aperto Mobili Ramires nella prima sede in Piazza Plouves.

Nino, in gioventù, ha collaborato con l’azienda di famiglia prima di aprire il proprio negozio in viale Federico Chabod, dove oggi ha sede Mobili Ramires. Si chiamava “Il Nido della Cicogna”, e è stata la prima rivendita di articoli per bambini in Valle d’Aosta. Cresciuto nel paese di Sant’Orso, nel 1952 sposò Rina Tullio, dalla quale crebbe i figli Tiziana, Roberto e Fabio: in seguito arrivarono i nipoti Elisa Surini, Federica, Rebecca e Alessandro Ramires. Nino Ramires era ricoverato da tempo al JB Festaz di Aosta, dove è morto giovedì: i funerali sono previsti domani, sabato, alle 14.30 nella chiesa di Sant’Orso. Gianni Mura, campione del ciclismo per La Gazzetta dello Sport e La Repubblica, lo avrebbe sicuramente definito “hombre vertical”.

 
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