Komatsu: “Alonso e Kubica i piloti più impressionanti”

Komatsu: “Alonso e Kubica i piloti più impressionanti”
Komatsu: “Alonso e Kubica i piloti più impressionanti”

Komatsu: da ingegnere di pneumatici a caposquadra

Ayao Komatsu è al suo primo anno in Formula 1 come team principal della Haas, ingaggiato dalla scuderia americana per sostituire Günther Steiner. Tuttavia, la carriera dell’ingegnere giapponese nel Circo iniziò all’inizio degli anni 2000, quando ricoprì l’incarico di ingegnere delle prestazioni degli pneumatici al bar. Ruolo che successivamente il 48enne ha mantenuto anche Renaulttrovare in squadra un pilota del calibro di Fernando Alonso.

Le qualità di Alonso e Kubica

Fu proprio lo spagnolo, ora in Aston Martin e due volte campione del mondo, a impressionare particolarmente Komatsu nel corso della test sugli pneumaticial punto da essere considerato da quest’ultimo uno dei due piloti più talentuosi con cui ha lavorato nel podcast ufficiale della F1, Beyond the Grid: “Quando sono andato alla Renault e ho preso parte a un test di gomme con Fernando Alonso, mi ha aperto gli occhi – Egli ha detto – assolutamente un altro livello, incredibilesia che si trattasse di fornire feedback o di sapere cosa doveva fare in cinque giri veloci per far funzionare bene le gomme al 20esimo giro. Fernando è il pilota più impressionante con cui ho lavorato, ma anche Robert Kubica, nonostante fosse con lui solo da un anno, era uno di quei piloti che sapeva di poter portare qualcosa di speciale. Ai suoi tempi pensavo che sarebbe diventato campione del mondo, passava tutti i giorni con gli ingegneri ed era molto interessato alla Formula 1. A lui importava solo questa e le sue partite a poker con Alonso”.

Le differenze con un altro campione del mondo

Nel corso della sua carriera, Komatsu ha lavorato anche al fianco di altri campioni del mondo come Jenson Buttonanche se quest’ultimo fatica a raggiungere gli stessi livelli dello spagnolo: “Di solito davo a Fernando un numero specifico di giri da completare con ogni set – Lui continuò – ad esempio chiedeva 20 giri, ma dai 15 ai 20 giri dovevi aumentare il ritmo fino ad una certa cifra, tanto che nel giro di ingresso era distrutto. Quando ho provato con Jenson alla BAR, senza nulla contro di lui, L’ho trovato un po’ difficile raggiungere gli obiettivi, perché o ha spinto troppo oppure la gomma è entrata troppo bene nel box e ha lasciato tempo. Hai dato a Fernando quegli obiettivi e lui li ha raggiunti, incredibile. Se le gomme si comportavano in un modo o nell’altro al terzo o al quarto giro, sapeva come guidare per ottenere il massimo al 20° giro. Ha portato tutto ciò che noi ingegneri volevamo, è stato incredibile. Ho capito perché questo ragazzo è un campione del mondo”.

 
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