chi era Gabriele D’Amato – .

Gabriele D’Amato e il relitto dell’auto in cui ha perso la vita dopo lo scontro con un camion

Forlì, 21 febbraio 2023 – Il morte sul colpo del giovane di 21 anni Gabriele D’Amato di Galeata, in seguito allo schianto della sua auto contro un’altalena a Capo Ponte all’ingresso di Galeata, suscitò un grande emozione tra il personale della Bambini, la società del Gruppo Cangialeoni dove lavorava il ragazzo da oltre un anno dopo la laurea all’ITI di Forlì.

Tanta tristezza e poca voglia di parlare tra colleghi e dirigenza, solo qualche mozzicone di frasi dette velocemente e a testa bassa: “A bravo ragazzo, educato, preciso nel lavoro e molto privato. Una vera tragedia, è morto a poche centinaia di metri dal suo posto di lavoro”.

D’Amato ha seguito a distanza nel suo ufficio alla Babbini la Gestione informatica delle macchine dello stabilimento dove vengono progettati, realizzati e forniti sistemi completi di pressatura per i settori dello zucchero, dell’agroalimentare e delle biomasse oltre a servizi di assistenza, ricambi e collaudi. Al suo lavoro principale ha aggiunto anche la collaborazione con i colleghi delorganizzazione della logistica nei trasporti di alcune produzioni

Anche a Galeata prevale un mesto riserbo sulle parole, perché un ragazzo che muore a 21 anni è una notizia che non va commentata. IL padre Vito lavora a CM Mazzoni e il mamma Anna è una casalinga.

“Con il cuore colmo di dolore, interpretando il sentimento collettivo della nostra comunità – ha commentato il sindaco Elisa Deo –, a nome dei Galati e del sottoscritto, rivolgo i più sentiti sentimenti di cordoglio e vicinanza alla famiglia di Gabriele, che in modo inaccettabile, a soli vent’anni, questa mattina ha perso la vita a causa di un drammatico incidente stradale nel città. Un evento che ci sconvolge tutti. Le parole vacillano e falliscono di fronte a tragedie così grandi. A lui va il nostro pensiero con silenzio ed enorme tristezza e con rispetto per la sua famiglia e per i suoi amici”.

“Da tragedie come questa che hanno frantumato una giovane vita, però, dobbiamo anche imparare a provarci rendere meno frequenti gli incidenti sulla Bidentina. Al di là della disattenzione dei singoli, dell’alta velocità e del destino spesso cinico – commentano alcuni imprenditori della Val Bidente -, bisogna fare in modo che le istituzioni (Regione-Provincia-Comuni) lavorino in fretta per mettere in sicurezza la Sp4 Bidentina, la strada più trafficata e con più incidenti di tutto il forlivese. Più volte durante incontri pubblici abbiamo spiegato all’assessore regionale al Traffico Andrea Corsini che la Bidentina, nella parte verso l’Appennino, serve un importante distretto industriale (Gruppo Amadori, Gruppo Cangialeoni, CM Mazzoni, Silfradent, Bussi, Tipografico dei Comuni, Dal Nespoli, ecc.) nonché il comprensorio turistico del Parco Nazionale e la diga di Ridracoli. Sappiamo che i progetti esistono, basta adeguarli alle nuove normative, anche i tratti da mettere in sicurezza. Nelle prossime settimane faremo sentire la nostra voce – concludono -. Lo dobbiamo a Gabriele e alle tante persone che hanno perso la vita lungo questa strada”.

 
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