Anche Square Enix si sta unendo alla tendenza, ma funzionerà? – .

Anche Square Enix si sta unendo alla tendenza, ma funzionerà? – .
Anche Square Enix si sta unendo alla tendenza, ma funzionerà? – .

La crisi dell’industria videoludica è evidente da anni e non risparmia nessuno, con effetti che magari sono più evidenti nei grandi editori ma che si fanno sentire ancora più duramente nelle aziende più piccole, costrette talvolta a scomparire senza fare troppo rumore. Tra le soluzioni pensate per cercare di ottimizzare le spese e massimizzare i profitti, l’idea di concentrarsi su un numero minore di progetti, che possono contare su budget maggiori e che raggiungono possibilmente il maggior numero di utenti possibile. Un’esplicita dichiarazione d’intenti, in questo senso, è arrivata nelle ultime ore da Square Enix, che ha definito con chiarezza le sue linee guida, all’interno di un’importante riorganizzazione interna dei lavori.

La questione era già emersa abbastanza chiaramente con l’arrivo del nuovo CEO, Takashi Kiryu, che non aveva fatto mistero di voler abbandonare alcune vecchie abitudini e superare l’uso frequente di esclusive oltre a portare avanti tanti progetti contemporaneamente. Il nuovo corso di Square Enix dovrebbe quindi concentrarsi su meno giochi, più grandi e possibilmente multipiattaforma, con un possibile abbandono delle esclusive che finora sono state un elemento fondamentale della produzione del publisher. Di conseguenza, sono state effettuate diverse cancellazioni di progetti all’interno dell’editore, il che ha contribuito a un calo dei profitti nei risultati finanziari, ma a ciò hanno probabilmente contribuito anche le vendite inferiori alle aspettative di Final Fantasy 7 Rebirth, un altro elemento che potrebbe aver spinto il CEO cambiare la strategia per aprirsi alla multipiattaforma.

Elementi positivi ma altri decisamente negativi

Può un gioco come Octopath Traveler trovare ancora spazio nell’attuale Square Enix?

IL superamento dell’esclusività come soluzione sistematica per l’organizzazione dei progetti, è forse l’elemento che appare più positivo, perché mira di fatto a rimuovere una caratteristica ormai considerata anacronistica e potenzialmente dannosa per le finanze degli editori, quindi ci sono meno aspetti controversi in una soluzione del genere. Più discutibile è la concentrazione degli sforzi su un numero minore di progetti più grandi, sebbene al momento sia condivisa anche da altri produttori. Capcom è un’altra etichetta che ha dichiarato chiaramente di voler puntare maggiormente su serie di maggiore importanza e di sicuro successo, ma Sega ha accennato anche alla possibilità di organizzarsi per aumentare il ritmo di uscita delle serie più apprezzate, fino ad arrivare addirittura a una possibile annualizzazione di alcuni di questi.

Sebbene sia comprensibile volersi rifugiare in grandi scorte destinate a ritornare in tempi di crisi, è difficile non vederlo come una sorta di passo indietro rispetto a quanto sperimentato in precedenza. In particolare, Square Enix ha ottenuto alcuni dei suoi migliori risultati attraverso progetti più piccoli, come la serie Octopath Traveler. Non solo, questo trend potrebbe anche essere visto alla base di scelte decisamente discutibili come la chiusura di Tango GameWorks da parte di Microsoft, visto che l’argomento principale sembra sempre essere la volontà di tagliare le spese e concentrarsi su ciò che sicuramente porta maggiori profitti. . In definitiva, la tendenza mostra elementi positivi e altri molto meno: il superamento delle esclusive è sicuramente a favore dell’utenza, mentre la restrizione dell’interesse alle sole produzioni di grosso calibro sembra decisamente un passo indietro.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.

 
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