Imprese artigiane guidate da donne? Il Friuli Venezia Giulia è la prima regione d’Italia – Nordest24 – .

Il Friuli Venezia Giulia primo in Italia per presenza di imprese artigiane guidate da donne: rappresentano il 24,5% del totale delle imprese artigiane attive. La regione lascia a una certa distanza le altre due realtà sul podio, le Marche (22,8%) e l’Emilia Romagna, dove le donne artigiane a capo d’impresa rappresentano il 22,7%. Decisamente superiore alla media italianama al di sotto della media europea l’occupazione femminile in generale, che in Friuli Venezia Giulia raggiunge il 62,8 per cento, quasi dieci punti sopra la media italiana (53,4) e tre punti sotto la media europea, che si attesta al 66,1%.

È lo spaccato evidenziato dal Rapporto «Le imprese e il lavoro femminile nell’era dell’incertezza. Tra presente e futuro femminile” a cura di dall’ufficio studi di Confartigianato Impese e dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia.

«Questo dato è già significativo di per sé e lo è ancora di più se collocato nella dinamica generale della vitalità delle imprese – afferma Filomena Avolio, presidente del Movimento Imprenditoria Femminile di Confartigianato Fvg e Udineun’area che vanta il maggior numero di imprese artigiane femminili nella nostra regione e che supera la media nazionale -: in Italia su base annua l’imprenditoria femminile è cresciuta di 8.340 unità, pari allo 0,9%, mentre nello stesso periodo il totale delle imprese sono diminuiti di 3.167 unità, pari al -0,1 per cento”.

Allo stesso tempo, però, Avolio sottolinea che resta ancora molto da fare per consentire alle donne di realizzare tutto il loro potenziale imprenditoriale e professionale, supportandole nel conciliare vita lavorativa e consolidare il proprio business. Con un avvertimento: «È conveniente per tutti incentivare l’occupazione femminile anche per creare le condizioni di sostenibilità dell’attuale sistema socio-economico».

E precisa: «Per sostenere il cosiddetto “picco pensionistico previsto per il 2040, cioè il picco della spesa pensionistica in rapporto al Pil, sarebbe necessario, ad esempio, aumentare il numero degli occupati. Il che assume un significato particolare se si considera che l’Italia ha il tasso di occupazione più basso dell’Ue e che anche il Friuli Venezia Giulia è lontano oltre tre punti percentuali dalla media europea”.

Pertanto, conclude Avolio, «l’incremento dell’occupazione femminile, sia nella componente autonoma che in quella dipendente, potrebbe rafforzare la sostenibilità delle pensioni. Occorrono misure strutturali, non uguali per tutti ma giuste, per ridurre al minimo il divario tra generi e generazioni, offrire davvero pari opportunità tra lavoratori e lavoratrici. Tutto però diventa difficile se non c’è un concreto sostegno e riconoscimento del valore del lavoro femminile, compreso quello della cura familiare, che ancora oggi, purtroppo è pagato quasi esclusivamente dalle donne e queste non vengono riconosciute né pagate», conclude Avolio.

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