[VENEZIA] L’incontro del 5/11 “Con la resistenza al colonialismo e alle guerre, per un nuovo femminismo” – .

[VENEZIA] L’incontro del 5/11 “Con la resistenza al colonialismo e alle guerre, per un nuovo femminismo” – .
[VENEZIA] L’incontro del 5/11 “Con la resistenza al colonialismo e alle guerre, per un nuovo femminismo” – .

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dei compagni del Comitato 23 settembre, già disponibile sulla loro pagina (vedi qui):

CON LA RESISTENZA AL COLONIALISMO E ALLA GUERRA
PER UN NUOVO FEMMINISMO

Sabato 11 maggio incontreremo a Venezia i protagonisti del movimento internazionale che denuncia l’aggressione contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania e sostiene la resistenza che da 75 anni si oppone al progetto sionista di pulizia etnica in quella terra. Attacchi militari, espulsioni, furti di terre, demolizioni di case, vessazioni, muri, repressione, carcere anche per i bambini, collusione con leader corrotti non sono bastati a spezzare la resistenza di uomini e donne. Una resistenza che si è consolidata negli anni nella diaspora, che si è trasmessa di generazione in generazione, e che promette di continuare “fino alla liberazione”.

Nelle guerre coloniali di ieri e di oggi e nelle molteplici forme di rapina su cui si fondava il sistema capitalista, le donne furono al centro delle operazioni di conquista di territori e di sottomissione dei popoli. Una sottomissione che si presentava come uno scontro tra l’Occidente, portatore di civiltà, e i popoli barbari da “educare, moralizzare, convertire” e… sottomettere.

Ancora oggi e senza vergogna, le guerre e le aggressioni militari sono falsamente motivate dalla necessità di liberare le donne dei paesi attaccati, vittime sottoposte a un potere patriarcale. Una liberazione che dovrebbe avvenire a suon di bombe e con la distruzione di ogni più elementare struttura di sopravvivenza delle donne stesse, soprattutto delle più povere. Lo stupro, la prostituzione a beneficio degli occupanti, lo smantellamento delle basi sociali e culturali delle comunità moltiplicano l’effetto degli omicidi e della distruzione materiale.

Nei suoi 200 anni di storia, il femminismo occidentale si è spesso trovato di fronte alla propria incapacità di ascoltare e far fronte alle condizioni e ai bisogni della stragrande maggioranza delle donne nel mondo, incapacità aggravata dalla pretesa di insegnare loro la strada da intraprendere. verso l’emancipazione beneficiando del lavoro, nelle campagne, nelle fabbriche e del lavoro di cura nelle loro case.
Il movimento delle donne in Occidente, essenziale all’interno del movimento di liberazione di tutti gli oppressi e sfruttati, avrà un futuro solo se sarà in grado di entrare in armonia con il più ampio movimento di resistenza e lotta delle donne nel sud e nell’est del mondo, contro il patriarcato e l’oppressione di cui i governi occidentali sono complici. Se sapranno lottare con determinazione contro il crescente sfruttamento a cui sono sottoposti come lavoratori, la distruzione dell’ambiente, l’impoverimento, l’attacco all’autodeterminazione e la discriminazione di genere che il sistema capitalista porta con sé e che i governi mettono in atto atto, a partire dal governo Meloni. Dobbiamo mobilitarci contro la propaganda di guerra che vuole arruolare noi e i nostri figli contro i falsi nemici.

Le guerre dilaganti e le ideologie tossiche che le giustificano tendono a spezzare la volontà di lotta delle donne più svantaggiate, sulla base di una presunta emancipazione raggiunta che in realtà nasconde il rafforzamento del loro ruolo nella gerarchia familiare e sociale affermata con crescente violenza. Di tutto questo e delle sfide che il movimento femminista dovrà affrontare parleremo nell’incontro dell’11 maggio.

L’incontro è in presenza, ma può essere seguito anche online; Invieremo volentieri il link a chiunque ne faccia richiesta.

 
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