Gli addetti ai lavori parlano di una cifra attorno ai tre milioni di euro. Poco meno della metà dell’ingaggio netto, 7 milioni, che avrebbe percepito la prossima stagione. Nessuna battaglia legale, ma nemmeno una stretta di mano. Allegri e la Juventus si salutano. Questa volta è un addio, non un addio.
Non poteva andare diversamente dopo quel 15 maggio, la notte della 15ª Coppa Italia vinta dai Bianconeri. Un trofeo che è stato oscurato dallo sfogo del tecnico toscano. Una rabbia che covava da mesi, sintomo della distanza che c’è tra lui e il nuovo indirizzo societario incarnato dal direttore tecnico Giuntoli. Due giorni dopo, il 17 maggio, viene licenziato “per incompatibilità con i valori della Juventus”.
Nelle ultime ore l’accelerazione. Allegri è sabato a Londra per assistere alla finale di Champions League e lascia trapelare nel suo staff la notizia dell’esonero per “giusta causa”. Ma il dialogo intanto continua, con gli avvocati che discutono in videoconferenza. E alla fine raggiungono un accordo. Il che rende felici entrambi – o meno tristi: Allegri ora può trovarsi un’altra squadra, con le ipotesi Manchester United o Arabia. La Signora divorzia senza ulteriori conseguenze con uno dei tecnici più vincenti della sua storia. Può iniziare la stagione di Thiago Motta.