pubblicato giovedì, oggi dobbiamo già fare pulizia – .

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L’ordinanza antincendio è stata pubblicata appena due giorni dopo la sua entrata in vigore. È colpa del Comune? Della regione? Concorso di colpa? In ogni caso la colpa è della burocrazia e a pagare sono l’ambiente, il decoro, la sicurezza e la comunità.

L’ORDINANZA COMUNALE

Accade a Trani (ma forse anche altrove) il cui sindaco, Amedeo Bottaro, solo ieri, 13 giugno, ha firmato e pubblicato l’ordinanza di prevenzione incendi boschivi per l’anno 2024, la quale prevede che proprietari, affittuari e/o gestori di rustici di qualsiasi tipo fondi, terreni ed aree di qualsiasi natura, e relative pertinenze, ripulirli dalle sterpaglie e fare altrettanto con i bordi stradali prospicienti le aree. Il grosso dei lavori, ovviamente, sarà quello da svolgere entro il 15 giugno, ma il provvedimento dispone anche la regolare e periodica pulizia e manutenzione dei terreni stessi fino al 15 settembre.

Tutto come previsto, pare, ma questa volta l’ordinanza sindacale è arrivata solo due giorni prima della scadenza per rispettarla. E questo pone oggettivamente sia i privati ​​che il Comune stesso (così come ogni altro ente pubblico), proprietari di molte aree incolte, nella condizione di oggettiva impossibilità di metterle in sicurezza per mancanza di tempi tecnici. E allora cosa è successo perché il sindaco sia arrivato così tardi ad emanare un provvedimento che è anche annuale, non cambia mai e quindi va semplicemente riproposto quasi in copia e incolla?

IL DECRETO REGIONALE

Ebbene, è accaduto che, per legge, l’ordinanza sindacale debba fare riferimento ad un decreto emesso dal presidente del consiglio regionale, e proprio quest’anno tale decreto (che l’ordinanza richiama formalmente) ha visto la luce con notevole ritardo rispetto a quelli passati: il governatore, Michele Emiliano, lo ha firmato il 7 giugno e, di conseguenza, il Comune di Trani (e forse non solo lui), a causa dei concomitanti impegni che hanno distratto il personale, in particolare le elezioni europee, non è stato messo nelle condizioni adottare apposita ordinanza in tempo utile per essere firmata dal sindaco. In altre parole, la Regione ha fatto molta strada e il Comune ha fatto molta strada.

Resta il fatto che «con la stagione estiva – si legge anche nel provvedimento del capo dell’esecutivo pugliese – aumenta il rischio derivante da possibili incendi di stoppie, erbacce e arbusti di ogni genere. Lo stato di abbandono in cui si trovano alcuni rustici, terreni o aree di qualsiasi natura e relative pertinenze potrebbe arrecare gravi danni alla pubblica incolumità, alla viabilità, alle proprietà pubbliche e private e alle attività produttive presenti nel territorio comunale, nonché all’originaria fauna”.

E quindi «è necessario preservare le infrastrutture preposte alla gestione dei servizi di trasporto, delle reti stradali, dell’elettricità, del gas, dell’acqua dai danni che potrebbero essere loro arrecati da incendi boschivi o di altra natura originati dall’incuria e dal degrado delle aree rurali limitrofe, nonché l’adozione di pratiche funzionali alla coltivazione che prevedano la combustione degli ortaggi”.

PIPISTRELLO VIRTUOSO

A questo punto il rischio che si sviluppino incendi aumenta proporzionalmente al ritardo nell’intervento. Pochissimi hanno bonificato autonomamente la propria terra prima della scadenza. E tra questi possiamo citare la Provincia di Barletta Andria Trani che, senza aspettare le banche baresi, ha messo mano al portafoglio e, con 5mila euro, ha fatto bonificare l’enorme area incolta intorno all’ex istituto psicopedagogico tra Trani e Bisceglie , mettendolo in sicurezza.

Ma sono eccezioni a una regola che ricalca la classica prassi italiana per cui è difficile spostarsi a meno che qualche autorità non ordini di farlo. E allora, in assenza dell’ordinanza, va da sé che nessuno si è preoccupato di mettere in sicurezza la propria terra, come se ciò dovesse dipendere sempre e soltanto da un provvedimento venuto dall’alto e non dal ragionamento tipico del buon padre. della famiglia.

LE APPRENDIZIONI

E intanto iniziano i timori per terreni particolarmente a rischio come quello comunale di via Falcone, dove ha sede un’importante compagnia telefonica, o quello di Capirro – il più grande di tutti – di proprietà della società di servizi alla persona Vittorio Emanuele II, che è sempre stata priva di fondi per procedere autonomamente alla sua aratura. E, quando quella zona prende fuoco, i residenti vicini hanno sempre molta paura.

 
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