Knds “stacca la spina” all’Italia per i carri armati Leopard 2A8 IT: cosa può succedere adesso

Knds “stacca la spina” all’Italia per i carri armati Leopard 2A8 IT: cosa può succedere adesso
Knds “stacca la spina” all’Italia per i carri armati Leopard 2A8 IT: cosa può succedere adesso

Gentileil consorzio che riunisce la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) per la costruzione dell’Mbt (Carro armato da battaglia principale), mezzi corazzati e sistemi di artiglieria, stracciarono il contratto di collaborazione con Leonardo per la fornitura di carri armati all’Esercito Italiano Leopardo 2A8.

Dal Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa 2023-2025 è stata stanziata una spesa di 8,2 miliardi di euro per l’acquisto di 271 Leopard 2A8, di cui 133 da combattimento e 138 di supporto, (e un ulteriore miliardo per l’ammodernamento di 125 carri armati Ariete C1). . Lo scorso 21 febbraio la Commissione Difesa della Camera ha dato il via libera all’acquisto dei carri armati secondo il programma di acquisizione prestabilito della durata complessiva di 14 anni fino al 2037.

La rottura tra Leonardo e Knds

Nel dicembre dello scorso anno Leonardo aveva avviato le trattative con il Knds per poterlo fare partecipare attivamente alla costruzione del Leopard 2A8, per il quale si parlava della designazione ufficiosa di 2A8 IT per l’installazione di sensori nazionali, una torretta fabbricata in Italia e il possibile assemblaggio finale a La Spezia, ma ora il consorzio franco-tedesco ha chiuso la porta sul colosso italiano dell’industria della difesa.

Le prime indiscrezioni, che segnalavano uno stallo delle trattative, erano circolate già lunedì mentre martedì è arrivato l’annuncio del Knds, successivamente confermato da Leonardo in un comunicato in cui si legge che “con riferimento al comunicato stampa emesso il 13 dicembre 2023, Leonardo annuncia, nonostante gli sforzi intrapresi, l’interruzione delle trattative con il Knds per definire una configurazione comune del programma Carro armato da battaglia principale dell’Esercito Italiano e di sviluppare una più ampia cooperazione”.

In gioco infatti c’è anche il progetto A2CS (già Aics) per una piattaforma corazzata multiruolo per l’Esercito Italiano che rappresenta attualmente il più grande programma europeo per lo sviluppo di veicoli corazzati, visti i numeri coinvolti.

Knds e Leonardo non hanno quindi raggiunto l’accordo sull’italianizzazione del Mbt, prevista dal decreto del Parlamento italiano che ha approvato il programma di acquisizione, e Knds nel suo comunicato ha tenuto a sottolineare di aver posto fine alla trattative per “salvaguardare la configurazione” del Leopard 2.

Knds raggiunge l’accordo con la Norvegia

Stupisce però che, quasi nelle stesse ore in cui Knds rompe i rapporti con Leonardo per l’italianizzazione del Leopard 2A8, annunci di aver raggiunto un accordo per l’apertura in Norvegia di una linea di produzione per gli stessi MBT che, guarda caso, monterà tecnologia locale al punto da essere definita Leopard 2A8 NOR. Apprendiamo, infatti, che il programma norvegese prevede l’acquisto di 54 carri armati con opzione per altri 18 esemplari che presenteranno caratteristiche aggiuntive rispetto alla versione tedesca dell’A8, come il sistema integrato Ics/Cortex dell’azienda norvegese Kongsberg , che consente di riconfigurare il trasferimento dei dati nell’MBT e la comunicazione con altri sistemi di combattimento.

Il governo norvegese ha poi ottenuto la possibilità di assemblare parte dei 54 Leopard 2A8 direttamente in Norvegia e lo farà la Ritek, società che già gestisce diversi programmi per l’esercito norvegese. A quanto pare la linea di produzione norvegese non si limiterà all’assemblaggio di 37 esemplari ma aspira a diventarlo centro punto di riferimento per il supporto tecnico e logistico dei carri armati Leopard 2A8 che verranno acquistati anche da altri Paesi.

IL motivi Della spaccatura tra Knds e Leonardo non sono noti ma si vocifera che Knds volesse concedere al massimo alla parte italiana la fornitura di alcuni componenti e, secondo alcune fonti, avrebbe chiesto un accordo preliminare tra Leonardo e Iveco (la cui acquisizione da parte del colosso nazionale sono ancora in fase di valutazione).

KF-51 o Ariete modernizzato?

Resta ora da vedere se questa porta chiusa sul Leopard 2A8 porterà anche all’emarginazione dell’Italia nel programma del carro armato del futuro, ilMgc (Principale sistema di combattimento terrestre), per il quale il nostro Paese ha dimostrato vivo interesse al punto da averlo menzionato direttamente nei programmi da finanziare nel DPP Difesa dello scorso anno. L’urgenza, però, è capire quale MBT acquistare per l’Esercito da qui al 2040/2045, periodo in cui si prevede che l’MGCS inizi la produzione di massa.

La KNDS ha fatto sapere in modo velato di essere disposta a vendere i Leopard 2A8”.prêt-à-porter”, cioè senza l’aggiunta di prodotti nazionali, ma questo, oltre a non essere tradizionalmente italiano, sarebbe un duro colpo per l’industria nazionale che non avrebbe alcun tipo di ritorno.

Una soluzione potrebbe arrivare Rheinmetallche con il suo KF-51 “Pantera” ha sviluppato un Mbt avanzato (per il quale l’Ungheria ha già mostrato interesse firmando un contratto di sviluppo nel dicembre 2023) che potrebbe portare il nostro Paese verso l’Mgcs, se ovviamente riusciremo a trovare spazio sia per protagonisti che per non protagonisti da comparse.

A questo proposito riteniamo che questa strada sia quella più realistica in quanto i rapporti tra Rheinmetall e Leonardo appaiono più cordiali, inoltre si tratterebbe di un carro armato costruito in Europa che allontanerebbe l’incubo di una catena logistica lunghissima se il nostro Paese dovesse guarda verso l’Estremo Oriente con il carro armato sudcoreano K2 “Black Panther”.

Esiste però un’altra soluzione, forse meno all’avanguardia e che porta con sé dei rischi nel medio/lungo periodo, ovvero quella di procedere ad un radicale ammodernamento dell’Ariete C1, arrivando ad uno norme C3 per quei carri per i quali non è previsto l’adeguamento allo standard C2.

Questo però significa da un lato non disporre subito di carri armati moderni, dall’altro investire risorse (sempre troppo scarse per la Difesa) in un mezzo”ad interim” invece di usarli per altri programmi molto più innovativi.

 
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