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Diventa pienamente operativa la maxi tassazione sulle compravendite degli immobili ristrutturati con il superbonus. Era già il 1° gennaio 2024 ma una circolare dell’Agenzia delle Entrate (n. 13/E/2024) ha appena fornito le istruzioni applicative del nuovo regime delle plusvalenze introdotto dalla Legge di Bilancio 2024.
La nuova tassazione
La maggiorazione – è bene ricordarlo – colpisce chi vende la seconda casa per un periodo di dieci anni, a meno che non sia stata ereditata o donata. In questo lasso di tempo, sulla plusvalenza generata dall’operazione verrà prelevato il 26% come altri proventi. Accanto a questo viene introdotto un meccanismo di indeducibilità dei costi di ristrutturazione, integrale per i primi cinque anni e al 50% per i successivi cinque.
L’intento del Governo, attraverso questo provvedimento, è quello di colpire gli interventi di ristrutturazione e rivendita effettuati con intenti speculativi. In questi casi, un gran numero di proprietari saranno costretti a “ripagare” parte di quanto ottenuto con lo sconto del 110%.
Parti comuni
Ora la circolare chiarisce diversi aspetti dubbi. A partire dal fatto che sono sufficienti interventi effettuati sulle parti comuni di un condominio, senza coinvolgere il singolo appartamento, per far scattare la trappola della nuova, più penalizzante, fiscalità. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che i dieci anni verranno misurati a partire dalla fine dei lavori.
Indeducibile solo al 110%
Per quanto riguarda l’indeducibilità, si chiarisce poi che concorrono a questo calcolo solo i costi agevolati con il superbonus 110%; Sono quindi escluse tutte le versioni a scartamento ridotto del superbonus, come quella al 90% o al 70%. Inoltre, l’indetraibilità non riguarderà chi ha utilizzato il superbonus in dichiarazione ma sarà legata esclusivamente alla cessione del credito e allo sconto in fattura.
