La Francia scuote le borse. Settimana nera per Parigi e Milano. Wall Street chiude contrastata – .

La Francia scuote le borse. Settimana nera per Parigi e Milano. Wall Street chiude contrastata – .
La Francia scuote le borse. Settimana nera per Parigi e Milano. Wall Street chiude contrastata – .

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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Settimana da dimenticare per le borse europee che segnano una battuta d’arresto decisiva, dopo il risultato delle elezioni europee, che hanno portato la Francia verso il elezioni anticipate. La sconfitta di Macron e l’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen, osteggiato dalle forze di sinistra del Fronte Popolare Nazionale, hanno generato nuovi shock sul mercato, già alle prese con i dubbi sul taglio dei tassi di interesse. La Fed, come previsto, ha lasciato invariato il costo del denaro, ma prevedeva una riduzione unica di 25 punti base entro la fine dell’anno. In questo scenario, l’ottavo si è concluso con ilEuro Stoxx 600 in ribasso del 4,2%. La maglia nera va alla Borsa di Parigi (-6,2%) che segna il calo settimanale più consistente dal 2022, annullando tutti i guadagni realizzati da inizio anno. Segue da vicino Ftse Mib (-5,8%) con il peggiore ottavo da marzo dello scorso anno. Madrid chiude a -3,6%, Francoforte -2,9% e Londra -1,2%.

Le vendite non risparmiano nessun settore ma i più colpiti sono le banche (-5,5%). Poi anche automobili (-4,6%) e costruzioni (-4,3%). Nel listino milanese il titolo peggiore è Leonardo (-12,4%), seguito dalle banche (-11,7% Mps, -11,3% Bper, -11% Unicredit e -9,6% Bpm). La settimana è positiva solo per Amplifon (+1,9%). Sul fronte valutario, l’euro soffre, avendo perso l’1% rispetto al dollaro. I titoli di Stato sono stati sottoposti a sorveglianza speciale con l’impennata dei rendimenti che ha portato lo spread BTP-Bund a salire di 22 punti (oggi ha chiuso sopra quota 156).

Azioni in ribasso nella seduta di venerdì 14 giugno

La situazione politica in Francia, dopo la decisione di Macron di telefonare elezioni anticipate, con il rischio di un’impennata delle forze populiste, genera nuovi shock sui mercati finanziari. Dopo un tentativo di recupero in avvio di seduta, i listini hanno chiuso tutti in negativo, con il Cac di Parigi che ha annullato i guadagni dell’anno (-0,5% da inizio 2024). Anche il Ftse Mib non riesce a rimettersi in carreggiata e resta ben al di sotto dei 34.000 punti, riconquistati all’inizio di maggio, chiudendo le contrattazioni con un calo del 2,8% (32.665 punti).

Le nubi di inizio settimana si sono trasformate in tempesta di fronte alla polarizzazione della politica francese, che vede da un lato l’avanzata del Marine Le Pen a cui si contrappone, dall’altro, il ‘patto della sinistra’. Il Nuovo Fronte Popolare ha presentato un programma volto a invertire la maggior parte delle riforme economiche di Macron e a respingere il Patto di stabilità europeo. In entrambi i casi, gli investitori temono per il stabilità e per il deficit del paese, e di conseguenza per la stabilità stessa dell’euro. «Crediamo che le elezioni in Francia delle prossime settimane siano diventate un evento molto significativo per i mercati finanziari», commentano gli analisti di Ig Italia, evidenziando l’impennata degli spread europei, «soprattutto di quello francese Bund d’avena, che ha raggiunto quota 75 rispetto ai livelli del 2017, quando i timori di una Frexit erano molto reali”. Lo spread italiano è risalito ben sopra i 150 punti base, ma “siamo ancora al di sotto dei massimi annuali”.

Le Borse oggi, 14 giugno 2024

Wall Street crolla, Adobe vola

Wall Street in ribasso, dopo le chiusure record dello S&P 500 e del Nasdaq Composite del giorno prima (venerdì sera la Borsa di New York ha chiuso contrastate: -0,15% per il Dow Jones, +0,12 per il Nasdaq e -0,04% per lo S&P 500). Dopo gli ultimi dati sull’inflazione, gli investitori scommettono maggiormente su un taglio dei tassi di interesse a settembre: secondo il FedWatch Tool del CME Group, le probabilità sono aumentate dal 46,6% di una settimana fa al 61,4%. Mercoledì, il Riserva federale, come previsto, ha mantenuto i tassi di interesse invariati al 5,25%-5,50%; dal grafico ‘dot plot’ sulle previsioni dei banchieri emerge, però, che si stima ormai un solo taglio dei tassi di 25 punti base nel corso del 2024, rispetto ai tre che erano stati previsti a marzo. Il presidente della Fed Jerome Powell, tuttavia, ha mantenuto aperta la possibilità di ulteriori tagli. Passando alle azioni, bene Tesla ha fatto, grazie alla notizia che gli azionisti hanno approvato, a netta maggioranza, la controversa remunerazione di 56 miliardi di dollari, respinta da un giudice, e la decisione di spostare la sede legale della società dal Delaware in Texas. La battaglia legale, però, è tutt’altro che finita. Positivo anche il risultato di Adobe, dopo ricavi e profitti trimestrali superiori alle attese e l’aumento delle guidance per il 2024.

 
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