Javier Marias – Recensione di Tomás Nevinson – .

Javier Marias – Recensione di Tomás Nevinson – .
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Chiudo l’ultima pagina dell’ultimo libro di Javier Marias Tomás Nevinsoncon quella solita sensazione di distacco vagamente doloroso che proviamo ogni volta che finiamo un romanzo che ci piace (che proviamo a finire in fretta per sapere come va a finire, ma poi, quando è finito, ci manca), con un supplemento di distacco e più dolore.

Questo è davvero l’ultimo di Maria, non ce ne saranno altri. Anche lui ucciso da quelle maledette sigarette che tante volte compaiono nelle sue pagine. Chissà quale digressione etica avrebbe potuto fare su questo argomento (una vita più lunga senza le sue amate sigarette sarebbe stata altrettanto auspicabile?).

Tomás, il protagonista, è anche un forte fumatore. Ma soprattutto Tomás è una spia, al servizio di Sua Maestà, è il fantomatico marito della Berta Isola protagonista del romanzo precedente. In quest’ultima, al centro di lei c’erano i dilemmi di una donna che, a un certo momento, scopre di non sapere granché della vita del marito che credeva di amare tanto. Qui invece al centro c’è un Tomàs che ha già dovuto rinunciare a Berta e che torna in servizio per i servizi britannici per un’ultima missione. Nevinson è un personaggio complesso e ambiguo, che si trova di fronte ai dilemmi morali che la sua “professione” comporta.

Il romanzo esplora la natura dell’identità e dell’etica, evidenziando la difficoltà di distinguere tra verità e finzione in un mondo in cui tutti non sono veramente chi dicono di essere. Nevinson si trova costantemente di fronte a scelte difficili e alle conseguenze delle sue azioni. Forse in modo più dirompente e drammatico, mentre spia. Ma esattamente come accade a tutti, ogni giorno, nella nostra vita.

Non ci sarà un nuovo romanzo di questo autore che mi ha accompagnato per tanti anni, narratore impagabile, stimolante, certo, come chiunque ti costringa a riflettere, a confrontarsi con dilemmi etici, a sezionare l’animo umano, a usare le parole , il loro potere inestinguibile, per illuminare pezzi di verità in ogni pagina.

Forse questa è letteratura. Qualcosa di più e di diverso dalla finzione. Potrei sbagliarmi, ma Marìas (insieme a pochi altri) sarà studiato come un classico in futuro. E ho l’impressione che questi ultimi due suoi libri (Berta Isola E Tomás Nevinson), non esattamente un seguito dell’altro, ma talmente connesso da essere quasi un libro unico, sarà tra i più ricordati e citati.

E a proposito: odio le sigarette.

 
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