‘Le attività di gioco d’azzardo sono diminuite del 45% in 10 anni’ – .

Quali sono stati gli effetti della legge regionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico approvata dall’Emilia Romagna nel 2013?

Li misura la Regione stessa annunciando l’approvazione del Piano d’azione contro la dipendenza dal gioco d’azzardo 2022-2024 – con la distribuzione di risorse alle Asl, da Piacenza a Rimini, per la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, formazione e assistenza , pari a oltre 3,2 milioni di euro, che portano il totale a 10 milioni negli ultimi tre anni – mette nero su bianco i “risultati” della normativa. Stabilirlo dall’entrata in vigore della legge nel novembre 2023, data dell’ultima rilevazione, in Emilia-Romagna le attività di gioco situate a meno di 500 metri dai luoghi sensibili sono diminuite del 45,2 per cento; si tratta, ad esempio, di scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti nel settore sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di ritrovo giovanile e oratori.

Un risultato significativo – sottolineano gli assessori regionali alle Politiche sanitarie, Raffaele Donini, e al Commercio, Andrea Corsini – che ci incoraggia a fare ancora di più per contrastare e ridurre il rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo, e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione, a cominciare dai giovani. Lo facciamo agendo direttamente sul territorio, in collaborazione con Aziende sanitarie, Comuni e associazioni, per informare e sensibilizzare i cittadini sulle conseguenze che la dipendenza dal gioco d’azzardo può comportare, per sé e per i propri cari, a livello economico ma anche sociale , di salute e benessere. Purtroppo i dati ci dicono che le persone assistite dai Serdp, i servizi per le dipendenze, sono in aumento: dobbiamo continuare a fare ogni sforzo per contrastare questo fenomeno”.

LA LEGGE REGIONALE CONTRO IL GIOCO (E I SUOI ​​EFFETTI) – La legge regionale 5/2013 ha introdotto misure drastiche per dimensionare l’offerta legata al gioco, attraverso l’imposizione di vincoli di chiusura o di ricollocazione per le attività delle sale da gioco e delle sale scommesse ubicate in prossimità di luoghi considerati sensibili. Oltre alla diminuzione del 45,2% delle attività di gioco d’azzardo situate a meno di 500 metri da luoghi sensibili, molti Comuni hanno ampliato la lista dei luoghi in prossimità dei quali queste attività sono vietate, includendo biblioteche, teatri o cinema (20 Comuni), aree verdi o spazi pubblici all’aperto (15 Comuni), e non meno importanti luoghi di aggregazione, come circoli, associazioni, centri sociali, o spazi educativi. Inoltre, dal 2013 al 2023, in Emilia-Romagna Sono stati emessi 225 ordini di chiusura per violazione delle norme sul gioco d’azzardo e 483 attività commerciali hanno chiuso. 41 attività sono state ricollocate e 290 sanzioni sono state comminate per mancato rispetto delle norme. Con il coinvolgimento di Comuni ed esercizi commerciali è stato inoltre istituito il marchio “Slot Free ER”, rilasciato agli esercenti di attività commerciali, gestori di circoli privati ​​e altri luoghi dedicati all’intrattenimento che scelgono di non installare le slot machine nei propri esercizi. macchine da gioco.

ASSISTITI PER GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO IN EMILIA-ROMAGNA – Nel 2022 in Emilia-Romagna sono stati spesi per i giochi 8 miliardi e 904 milioni di euro, con una spesa pro capite di 1.997 euro l’anno. Lo sono soprattutto uomini (8 su 10, 81,6%), di cittadinanza italiana (92,1%), con un’età media di 49 anni: sono questi i cittadini che più spesso si sono rivolti ai servizi per le dipendenze dell’Emilia-Romagna per ricevere aiuto. In totale coloro che si sono rivolti al servizio nel 2022 sono stati 1.247, il 143 per cento in più rispetto ai 513 del 2010. Nel 57,2% dei casi (713 su 1.247) si trattava di nuovi pazienti.

Un’altra quota importante è quella degli over 65, che costituiscono il 16 per cento degli assistiti. Più piccola è invece la quota degli under 25, che ammontano al 4,3%. Rispetto alle tipologie di giochi con vincita in denaro, il 37,8 per cento degli assistiti del Serdp ha preferito gli apparecchi da gioco installati nei bar o nelle sale da gioco e il 13,8 per cento ha preferito Lotto, Superenalotto, lotterie, Totocalcio e Gratta&Win, in entrambi i casi equamente tra uomini e donne.

Prettamente maschile, invece, la scelta delle scommesse (sul calcio ma non solo), preferite dal 7,9% dei clienti del Serdp, e sul gioco d’azzardo online (3,9%). Per quanto riguarda i luoghi di gioco, il 49,3% dei giocatori si è recato a giocare al bar o al tabaccaio, il 25% si è rivolto alle sale giochi/agenzie di scommesse e il 16,1% ha utilizzato le piattaforme online a casa propria o altrui.

 
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