la prova dell’esorcismo in bocca. Volto ricostruito – .

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C’è stato un tempo in cui anche in Italia si temeva l’opera demoniaca dei vampiri. Una prova sembra essere quella di succhiasangue Trovato del XVI secolo sepolta con un mattone tra i denti sull’isola di Nuovo Lazzaretto a Venezianella laguna settentrionale.

Sembra che questa pratica avesse lo scopo di impedire il creatura della notte nutrirsi dei cadaveri una volta sepolti.

Gli esperti hanno ricostruito anche il volto della donna trovato, più precisamente, in uno fossa comune per le vittime della peste e riesumato durante uno scavo archeologico del 2006. Questa persona, secondo le analisi condotte, avrebbe avuto circa 61 anni al momento della morte.

Ricostruzione del viso

A ritorno le caratteristiche a presunto vampiro sarebbe stato Cicero Moraes, esperto forense brasiliano, che avrebbe utilizzato scansioni 3D per ricostruire il volto. Il risultato sarebbe una donna che invecchia, con i capelli brizzolati, le rughe, il mento appuntito e il naso leggermente storto.

“A quel tempo la gente ci credeva”

Secondo gli esperti il ​​mattone in bocca potrebbe essere il rimedio con la quale la gente del posto pensò di impedirle di mordere le altre vittime della peste che imperversava in quel periodo, intorno al 1576. “I vampiri non esistono, ma gli studi dimostrano che le persone all’epoca credevano che esistessero“, ha osservato ill’antropologo Matteo Morrini, che ha studiato il caso. A suo avviso si tratta della prima scoperta in Italia di “prove di un esorcismo contro un vampiro”.

Le ragioni per ricorrere al soprannaturale

Il particolare rituale a cui è stata sottoposta – osservano alcuni esperti – potrebbe essere il risultato diisteria popolare sul vampirismo dovuto alla ricerca, da parte degli abitanti di alcuni villaggi, di ragioni soprannaturali come cause di malattie devastanti che tormentavano l’Europa.

La teoria del vampiro inoltre, potrebbe essere stato diffuso da chi aveva a che fare con i corpi dei defunti, spesso in decomposizione, quando venivano riaperte le sepolture di massa per aggiungere altri cadaveri. Questi avevano spesso fluidi corporei sulla bocca e sul sudario che la ricopriva. Da qui l’idea che i vampiri potevano nutrirsi, dopo la loro scomparsa, del sangue degli altri morti o consumare ritagli di stoffa contaminati, riacquistando forza.

Lo studio che ha coinvolto il presunto vampiro è stato pubblicato sulla rivista OrthogOnline.

28 marzo 2024

 
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