la storia della gru portuale abbandonata – .

la storia della gru portuale abbandonata – .
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L’hopper si trovava sulla banchina di destra collegata all’edificio che ora ospita il pub Darsenale, ora è depositato in piazzale Sapir. Il Comune si è impegnato nel restauro e ha versato 12mila euro per un concorso di idee sul restauro. L’assessore: «Non è una priorità in questo momento»

In meno di una settimana nel 2015 arrivò smantellato per ordinanza del Comune di Ravennaperché ritenuto pericolante, e lo assicurò l’allora sindaco Fabrizio Matteucci il Comune lo avrebbe restaurato e ricollocato da qualche parte nel molo della città, ma dopo nove anni non si sa ancora nulla del destino di quella che fu l’ultima gru di banchina rimasta, simbolo dell’attività industriale che un tempo animava il quartiere. La struttura è in rimessaggio al Sapir, in un piazzale terminal della darsena San Vitale, dal 2017 dopo due anni di rimessaggio presso il cantiere Rosetti Marino.

Tecnicamente è un trasbordatore. Veniva utilizzato per caricare e scaricare le merci direttamente dalla nave. Di proprietà dell’Ap dal 1995 quando, all’atto dell’insediamento delle Autorità Portuali in Italia, ereditò dall’Autorità Portuale la gru era situato sulla sponda meridionale del canale in corrispondenza della cosiddetta Area Tun ex magazzino di fosforite nei pressi del condominio Torre Zucchi che nel 2015 era ancora abbandonato ma dal 2019 ospita il Darsenale pub e i campi da padel.

Nei piani urbanistici approvati dal Comune, la gru era stata inserita tra gli elementi di archeologia industriale da salvaguardare e così l’amministrazione comunale si è impegnata, “secondo modalità e forme da definire”, a finanziarne il recupero e il riposizionamento (non c’era una stima ufficiale dei costi ma fonti ufficiose parlavano di qualcosa come 100mila euro).

La gru è piaciuta all’imprenditore Daniele Baldini, l’imprenditore che ha realizzato il pub Darsenal nel palazzo di sua proprietà. Baldini aveva in mente un ambizioso progetto di riqualificazione e, prima che venisse smantellata, si è fatto avanti con AP per sondare il terreno con una lettera ufficiale trovando sostanzialmente un varco, a condizione che fossero effettuati gli opportuni sopralluoghi per saggiare lo stato di conservazione dell’opera ed eventuali interventi necessari.

Il Comune entrò nella trattativa nel giugno 2015. Era prevista per il 18 luglio dello stesso anno la festa in darsena per celebrare il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2015 e la piattaforma sud di via d’Alaggio doveva essere interessata da installazioni e arredi urbani con il transito di persone sotto le gambe del gigante di metallo come accadeva da anni.

Gli addetti ai lavori raccontano che prima della festa il Comune avrebbe voluto avere una perizia che certifichi la buona salute della gru. L’accelerazione di Palazzo Merlato ha portato ad un sopralluogo, firmato dall’ingegnere Stefano Salvotti dello studio Due Esse, in cui si parlava di «pericolo di crollo in caso di urti accidentali o forte vento» e «si consiglia la rimozione per manutenzione e successivo riposizionamento» piuttosto che il ripristino sul posto.

Flash della firma su a protocollo tra AP e Comune: il primo, proprietario dell’edificio, ha curato a proprie spese lo smantellamento e ha autorizzato il secondo a farsi carico per poi procedere al suo recupero e ne autorizzerà il riposizionamento «previa presentazione da parte del Comune di un progetto idoneo a essere redatto nel rispetto della normativa vigente in materia”.

Nel 2016 il Comune ha inoltre bandito un concorso di idee per la riqualificazione e ha versato 12mila euro del premio ai primi tre classificati. Nel progetto vincitore la tramoggia verrebbe sezionata e rimodulata: solo la struttura di base verrebbe ricollocata nella sua sede originaria, a 6,5 ​​metri da terra, con una passerella come punto panoramico per gli spettatori. «In questo momento sul banco degli imputati – dice l’assessore all’Urbanistica Federica Del Conte – abbiamo tanta carne al fuoco con tanti progetti che, onestamente, il recupero della gru non è tra le nostre priorità».

Già nel 2011 sembrava che potesse essere smantellata e rottamata definitivamente sulla scia di quanto accaduto ad una struttura simile situata a poca distanza ma di proprietà privata. «Piaceva a tutti ma era inattivo da anni e poi ero solo io a pagare la concessione demaniale, quindi ho deciso di demolirlo», ha raccontato l’imprenditrice Claudia Cappelletto che ne era proprietaria.

In difesa della gru si è schierata l’associazione Naviga in darsena, che riunisce alcuni imprenditori interessati alla riqualificazione del quartiere ipotizzando di farne una terrazza belvedere affacciata sullo specchio d’acqua seguendo l’esempio di altre città portuali d’Europa dove addirittura (vedi Harlingen o Amsterdam) le vecchie cabine sono diventate suite ultralusso con prezzi da capogiro.

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