Romagna Faenza, dal 2018 attivi i “comitati” che controllano la vita quotidiana sono una quarantina in totale, oltre 2.200 le persone coinvolte – .

Romagna Faenza, dal 2018 attivi i “comitati” che controllano la vita quotidiana sono una quarantina in totale, oltre 2.200 le persone coinvolte – .
Romagna Faenza, dal 2018 attivi i “comitati” che controllano la vita quotidiana sono una quarantina in totale, oltre 2.200 le persone coinvolte – .
Riccardo Isola – Il controllo del territorio passa sempre più anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini. Una forma attiva che da quasi dieci anni opera nel territorio dell’Unione Romagna Faenza. Era il 2015 quando iniziò il primo esperimento di costituzione di un cosiddetto “Gruppo di quartiere” a Faenza. Un gruppo di residenti che, attraverso messaggi telefonici, hanno controllato e monitorato movimenti, persone e situazioni sospette avvenute nei pressi delle loro abitazioni per poi contattare le forze dell’ordine. Da allora ad oggi l’esperimento è diventato routine. Basta girovagare per quartieri, strade e frazioni e sarà impossibile non imbattersi in cartelli gialli attaccati a porte, cancelli e pali che avvertono della presenza di un gruppo di questo tipo. Per quanto riguarda i numeri, nel 2018 questa iniziativa sperimentale è stata portata sul territorio dell’Unione, contando oggi una quarantina di gruppi che coinvolgono oltre 2.200 persone.

COME FUNZIONA
La vigilanza di quartiere è uno strumento di prevenzione che si basa sulla partecipazione attiva dei cittadini attraverso il controllo informale del territorio di residenza e la collaborazione con le forze di polizia. Il tutto per ridurre il verificarsi di reati e contribuire a rendere le aree più sicure e protette senza sostituirsi alle autorità competenti. Si tratta quindi di una misura integrata di sicurezza urbana sia per prevenire i reati sia per aumentare il senso di sicurezza complessivo e rafforzare il senso civico. L’obiettivo di questa forma di controllo di quartiere è valorizzare e stimolare l’idea di costruire sicurezza locale, rispettando i diversi ruoli delle istituzioni e delle comunità. I cittadini che aderiscono ai gruppi non sono altro che cittadini che hanno a cuore la sicurezza del luogo in cui vivono e che spontaneamente fanno rete tra loro per tenere d’occhio il loro quartiere, la loro strada, scambiandosi informazioni su ciò che la loro sensibilità permette loro di notare come anomalo .

IL RUOLO DEL PM
In questa architettura è inserita anche l’istituzione locale attraverso la polizia locale, con tre diverse finalità: rispondere alle preoccupazioni che i cittadini attenti e sensibili hanno riguardo alla sicurezza del territorio ed evitare che l’insicurezza si alimenti, raccogliere informazioni qualificate e di primo esperti di livello mondiale sui fenomeni anomali che interessano il territorio e collaborano alla costruzione della fiducia tra i cittadini e le istituzioni e tra gli stessi membri della comunità, fiducia che è alla base del legame sociale e dell’idea stessa di prevenzione e sicurezza. Il ruolo della Polizia Locale è innanzitutto quello di collegamento, punto di contatto e di riferimento ed è necessario che questa attività sia organizzata e gestita attraverso un’attenta pianificazione, la formazione degli operatori e la continuità di intervento. Lo scopo del controllo di quartiere non si sostituisce alle forze di polizia che hanno il compito esclusivo di effettuare la repressione e la ricerca degli autori dei reati.

COME ENTRARE
I cittadini interessati a partecipare al sistema di controllo di quartiere dovranno manifestare la propria disponibilità firmando il modulo di adesione. Per ogni gruppo di quartiere, che nel solo territorio faentino sfiora le trenta unità, esiste un coordinatore che fa parte del gruppo stesso, che gestisce i contatti con i componenti del proprio gruppo e con le forze dell’ordine locali e che poi decide , tra le segnalazioni ricevute dai componenti del vostro gruppo, quali inviare al comando di polizia locale. Lo scambio di informazioni avviene attraverso un’applicazione “Fa Tam Tam”, chiusa e protetta che facilita la comunicazione e l’interazione tra i gruppi di controllo e le forze di polizia locali, collegando i partecipanti, i rappresentanti dei gruppi e il comando. Tutte le segnalazioni inviate dai partecipanti al gruppo vengono visionate dai rispettivi rappresentanti del gruppo, per poi valutare il successivo inoltro di quelle significative al Comando. Attraverso l’app i rappresentanti dei gruppi possono comunicare con il proprio gruppo e con il comando della Polizia Locale, il Comando della Polizia Locale può comunicare con i singoli gruppi e/o con i singoli rappresentanti dei gruppi. All’interno del Comando. L’applicazione può essere utilizzata solo dai partecipanti alla sorveglianza di quartiere. Ovviamente l’applicazione non sostituisce i numeri di emergenza.

COME PARTECIPARE
Per partecipare è necessario compilare il modulo di adesione e consegnarlo, allegando la fotocopia di un documento di identità in corso di validità, tramite posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected] oppure consegnato a mano ai rappresentanti dei gruppi di quartiere. Puoi richiedere ulteriori informazioni scrivendo una email a: [email protected].

L’app «Fa Tam Tam» ha molto margine di miglioramento, ora non funziona
La nuova applicazione “Fa tam tam”, che ha sostituito la tradizionale messaggistica via SMS in vigore fino a pochi mesi fa, sembra presentare alcune lacune. Secondo chi ad oggi fa parte dei gruppi di quartiere, infatti, «la nuova app ha manifestato nelle ultime settimane dei bug che abbiamo segnalato al Comune. Ho fatto parte – conferma Emanuela Monti, del gruppo Granarolo – del nucleo storico del gruppo Granarolo e oggi, con il passaggio alla nuova strumentazione, ne faccio ancora parte. Purtroppo per ora non posso dire che sia efficace in quanto non funziona e abbiamo segnalato la cosa alle persone competenti. Ci auguriamo che si trovi presto la giusta soluzione”. Ma non è solo la questione tecnologica. «Non possiamo certo dire che la partecipazione sia così diffusa – prosegue Monti nella sua analisi – in quanto oggi, per Granarolo, coloro che fanno parte del gruppo sono più o meno una cinquantina di persone. Ancora non abbastanza per rendere questo strumento, che ho sempre considerato molto importante ed efficace per allarmare e monitorare il nostro territorio, davvero un punto di riferimento per la comunità. C’è bisogno – aggiunge – di maggiore informazione e consapevolezza, sia da parte di chi già ne fa parte per allargare l’adesione, sia da parte dell’istituzione pubblica che deve informare in modo ancora più capillare la popolazione sui benefici e sugli aspetti positivi del avere questa applicazione sul tuo cellulare.” Nella zona adiacente alla frazione di Granarolo, oltre a questa, sono attive anche altre liste di cittadini volontari. Uno è presente, infatti, per il quartiere Pieve Cesato e un altro per Cassanigo-Sant’Andrea. In totale quindi coprono un potenziale di persone che raggiunge le 2.000 unità.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV le pagelle della squadra di Gotti – .
NEXT Jane Goodall festeggia i suoi 90 anni on the road, sarà a Roma per il concerto del Primo Maggio – .