“L’abolizione del numero chiuso in medicina va bene ma serve chiarezza” – .

“Voglio parlare di un risultato importante che abbiamo ottenuto: la commissione competente del Senato ha approvato l’abolizione del numero chiuso a Medicina”.

Così in diretta su Facebook il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca parla dell’abolizione ormai certa delle prove che finora gli studenti hanno dovuto sostenere per accedere alla Facoltà di Medicina. Una battaglia iniziata dal presidente De Luca a causa della carenza cronica di medici in Campania e non solo. “Stavamo combattendo una battaglia contro ciò che mi sembra davvero assurdo, anche questo è il primo risultato importante della nostra battaglia: è caduto questo muro di indifferenza, questo rifiuto di discutere questo tema”.

Soddisfazione per la sentenza del Senato ma anche un monito da parte del governatore che ha voluto invitare i cittadini a “essere molto cauti: è un passo avanti, ma ci sono ancora elementi poco chiari e ambigui. Si parla di prova dopo 6 mesi, si parla però di un numero limitato legato a scuole di specializzazione per giovani laureati. Non voglio che questo annuncio sia solo propaganda: ci sono cose da chiarire”.

E De Luca rimarca le preoccupazioni sollevate dai settori della sanità: “Non credo che possiamo preoccuparci del fatto che tra dieci anni avremo la disoccupazione. Quello che è certo è che avremo decine di migliaia di medici che mancano perché gli altri vanno in pensione. Potremmo allora dire che sono tanti i laureati disoccupati in Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Sociologia. Non mi sembra un argomento molto forte, ma quello che certamente richiede una riflessione è il tema dei finanziamenti, del rapporto con le scuole di specializzazione, della non subordinazione dei giovani medici laureati che frequentano le scuole di specializzazione e talvolta vengono bloccati dai docenti” .

Finora la soddisfazione per l’abolizione dei test d’ingresso e le domande in merito.

Poi un annuncio sui fondi di coesione: “Su richiesta della Regione Campania, il Consiglio di Stato ha anticipato al 9 maggio l’udienza sui fondi di coesione. Ci auguriamo che già prima di quella data l’accordo di coesione con il governo nazionale possa essere siglato dalle quattro regioni del Sud ancora fuori”.

 
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