La ricorrenza dello stemma della Repubblica cade il 5 maggio.
Adottato ufficialmente con il Decreto Legislativo del 5 maggio 1948 – Formazione e uso dell’emblema dello Stato – firmato dall’allora Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, lo stemma è caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata e i rami di ulivo e da quercia.
La stella è sempre stata associata alla personificazione dell’Italia, sul cui capo rifulge, nell’iconografia risorgimentale e, fino al 1890, nel grande stemma del Regno Unito; caratterizzò anche la prima onorificenza repubblicana della ricostruzione, la Stella della Solidarietà Italiana e oggi indica l’appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese.
Il ramo d’ulivo simboleggia il desiderio di pace della nazione, sia nel senso di armonia interna che di fratellanza internazionale, mentre il ramo di quercia, che chiude lo stemma a destra, incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono l’espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo.
La ruota dentata in acciaio, simbolo dell’attività lavorativa, traduce il primo articolo della Carta Costituzionale: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Il simbolo è stato scelto al termine di un percorso creativo durato ventiquattro mesi, due concorsi pubblici e un totale di 800 bozzetti, presentati da circa 500 cittadini, tra artisti e amatori.
L’autore prescelto fu Paolo Paschetto, di famiglia valdese, nato il 12 febbraio 1885 a Torre Pellice, in provincia di Torino, dove morì il 9 marzo 1963. Professore di ornamentazione all’Istituto di Belle Arti di Roma dal 1914 al 1948 , fu un artista polivalente, passando dalla xilografia alla grafica, dall’olio all’affresco, dalla pittura religiosa al paesaggio. Fu autore, tra l’altro, di numerosi francobolli, tra cui “la rondine” della prima emissione di posta aerea italiana.
Per maggiori informazioni: https://www.quirinale.it/page/emblema
